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Il braidese violento chiede scusa ed esce di prigione con il divieto di avvicinamento alla vittima

Condannato a sei e mezzo per violenza, lesioni e maltrattamen

IN TRIBUNALE Mentre imperversava un nuovo sciopero degli avvocati penalisti per protestare contro il “pacchetto sicurezza” indetto dall’Unione delle camere penali italiane (Ucpi), da lunedì 4 novembre a mercoledì 6, nelle aule del Tribunale astigiano è tornato alla sbarra il braidese classe 1979 attualmente detenuto nel carcere di Alessandria.

Dopo la caduta dell’accusa di tentato omicidio, nell’udienza del 28 ottobre, davanti al giudice per le indagini preliminari Elio Sparacino, l’avvocato della difesa (Roberto Ponzio), ha chiesto e ottenuto il giudizio abbreviato.

Sull’uomo, comparso in aula in stato di detenzione, pendono ancora alcune imputazioni: violazione di domicilio, atti persecutori, porto di coltello a serramanico e danneggiamento.

Il Pm Davide Lucignani che ha chiesto due anni di reclusione ha ribadito in aula la gravità delle sue azioni: «Se quella sera in cui lui ha sfondato la porta non ci fosse stato anche il nuovo compagno non sappiamo cosa sarebbe successo».

Nella stessa occasione l’imputato ha reso delle dichiarazioni spontanee durante le quali ha chiesto scusa per quanto accaduto ribadendo di aver avuto modo di riflettere sui propri comportamenti.

Il comportamento processuale, l’essere incensurato e la reminiscenza dimostrata sono stati i punti su cui la difesa ha fatto leva per richiedere la sua scarcerazione. Il giudice si è pronunciato sulla richiesta ordinando la sostituzione della misura cautelare con il divieto di avvicinamento ad almeno 500 metri alla parte offesa.

Per la pronuncia della sentenza l’udienza è stata rimandata a lunedì 4 quando l’avvocato della difesa ha chiesto un nuovo differimento. Si tornerà in aula il 13 gennaio.  ­

e.r.

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