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Il reportage / L’indifferenza verso chi, nell’Alba del tartufo e del turismo, dorme per terra

I volti di una città multipla nel periodo di Fiera si ammucchiano: mentre i turisti affollano il centro storico, nei paraggi e negli angoli meno visibili chi non possiede portafoglio affronta lotte di sopravvivenza

Il reporga
Uomini dormono all'aperto, sotto i portici di via Roma.

ALBA Un uomo di origini lontane dormirà questa notte nel parco Tanaro.

Ha trovato riparo dietro alcuni cespugli. Ha le mani umide, nel tardo pomeriggio stringe qualche piccolo fungo che cresce nell’erba: «Mi sono sempre piaciuti. Hanno le loro radici che corrono sottoterra per tanti metri, è affascinante, a casa mia li cercavo sempre ma ce n’erano pochissimi».

I volti delle periferie sono molto diverse dall’immagine di benessere del centro storico

Poche ore dopo un altro uomo (è la stessa persona o forse no? Difficile riconoscere i volti nella notte) trova riparo in un altro parco, nell’opposta periferia urbana. Qui si beve in compagnia un bicchiere di vino nel cartone, acquistato al supermercato. Non è Nebbiolo, però scalda. La notte in tenda sarà lunga.

Un altro chiede l’elemosina di fronte a un supermercato mentre le famiglie escono coi carrelli pieni di dolci di Halloween per i figli. Un altro ancora, dopo l’orario lavorativo, viaggia su corso Europa su un monopattino elettrico: le macchine sfrecciano a pochi centimetri, è pericoloso ma con ogni probabilità l’uomo non ha altre modalità di trasporto, non possiede una macchina né un amico che lo accompagni.

Sono i lavoratori della campagna, nel comparto agricolo. Le grandi Tesla scorrono affianco.

I volti di una città multipla nel periodo di Fiera si ammucchiano: mentre i turisti affollano il centro storico, nei paraggi e negli angoli meno visibili chi non possiede portafoglio affronta lotte di sopravvivenza

Un ragazzo di 26 anni che proviene dall’Africa ci spiega che lui ha un lavoro: «Eppure dormo per strada perché nessuno mi affitta un alloggio. I proprietari non si fidano, vedono la mia pelle nera e si rifiutano di farmi firmare il contratto. Temono che non paghi l’affitto, ma è assurdo, io guadagno 1.800 euro al mese, molto più di tanti albesi nati in questa città».

Dice di non «aver mai assaggiato un tartufo e nemmeno il Barolo, certo mi piacerebbe capire perché la gente viene qua da tutto il mondo. Devono essere cose molto buone».

Ne parliamo nel numero Gazzetta d’Alba in edicola questa settimana.

Valerio Re

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