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La Moretta celebra la storia del borgo con le figure illustri raccontate da Renato Vai

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ALBA Dopo l’esordio del 19 ottobre con Alice nel quartiere delle meraviglie del Collettivo Scirò, il secondo appuntamento alla Casa del quartiere Moretta sarà sabato 23 novembre, alle 21. L’appuntamento, organizzato dai comitati Moretta 2 e Moretta corso Langhe, guidati da Gianfranco Giordano e Maria Grazia Perrone, si terrà nel centro anziani di via Rio Misureto.

A parlare sarà Renato Vai, il quale ricorderà alcuni personaggi che hanno dato lustro alla Moretta. «Ognuno, in decenni diversi, ha contribuito ad animare la vita del rione», spiega Vai, «traccerò delle brevi biografie inquadrandoli nel periodo storico. Non sarà una lezione, ma una conversazione in cui, chi vorrà, potrà portare la propria testimonianza».

Si parlerà di Vera Martini Silvano (1896-1986), «nata a Roma, fu la prima donna segretaria comunale, a Sori. Seguì ad Alba il marito Gioacchino Silvano e, in città, si distinse nelle opere caritatevoli. Diede supporto alla scuola Enologica, al vescovo Grassi durante la Seconda guerra mondiale, all’asilo nido e al Ritiro della Provvidenza. A lei sono dedicati i giardini di corso Enotria».

Alla Moretta era in funzione la fornace Montanaro, «l’erede, la signora Teresita, attraverso la Chiesa donò alla città tutti i suoi beni. Nell’area in cui sorgeva la fabbrica di mattoni ci sono ora un parco, il supermercato e le case popolari: fu lei a chiedere che il Comune usasse in maniera giusta le sue proprietà».

Corso Langhe dall’alto

Nel quartiere abitava anche Francesco Sobrero. Nato a Rodello in località Davichi nel 1925 e morto nel 2012, si laureò in lettere e fu insegnante. Vicesindaco nel suo paese dal 1951 al 1956, quell’anno fu eletto consigliere ad Alba in quota Dc. Dal 1964 al 1970 fu assessore con Ettore Paganelli e, nel biennio successivo, sindaco di Alba. In seguito, per tre volte consecutive fu eletto alla Camera dei deputati. Mantenne poi l’incarico di preside al Cillario Ferrero, che contribuì a portare ad Alba.

Prosegue Vai: «Accanto alle attività di insegnante e politico, coltivò la passione per la scrittura, anche in lingua piemontese. Una parte delle poesie e dei saggi sono raccolti nel volume A tempo perso, che io lo aiutai a pubblicare nel 2009. Essendo passati ormai dodici anni dalla sua morte, ritengo sia giunta l’ora che il Comune gli intitoli uno spazio pubblico. Lo ribadirò nella serata del 23».

Sempre nell’ambito della scuola, Carla Passalacqua (1933-2015), originaria di Carpeneto (Alessandria), è stata dirigente scolastica a Neive e al terzo circolo di Alba. «Con il suo carattere spumeggiante si inserì in maniera travolgente nel tessuto sociale. Promosse la costruzione della palestra dell’Umberto Sacco e della scuola di corso Enotria, si batté per avere il tempo pieno e la mensa».

Infine, Vai ripercorrerà la storia del borgo, «quando la città aveva dodicimila abitanti era staccata dal centro. Ancora adesso, siamo soliti dire “andiamo ad Alba”. Oggi arrivano turisti da tutto il mondo: ricordo però che la prima parola inglese la ascoltai da soldati statunitensi il 29 aprile 1945. Era “ok”». 

Davide Barile

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