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Pediatri e agricoltori insieme per mettere sull’etichetta l’origine geografica dei cibi per i bambini

Pediatri e agricoltori insieme per mettere sull'etichetta l'origine geografica dei cibi per i bambini

ASTI I pediatri al fianco degli agricoltori per sostenere la proposta di legge europea di iniziativa popolare, che mira a estendere a tutti i prodotti alimentari commercializzati nell’Unione europea l’obbligo di riportare in etichetta l’origine geografica.

A richiamare l’attenzione sul tema è Coldiretti Asti, che riferisce: «La Federazione italiana medici pediatri (Fimp) ha recentemente firmato la proposta di legge lanciata da Coldiretti, da cui è partita anche l’iniziativa di una mobilitazione generale per la raccolta di un milione di firme».

«Un bel traguardo che, nell’attesa si concretizzi  nel suo risultato finale, è altamente apprezzabile da tutto il comparto agricolo e dalla dirigenza. Un ulteriore tassello che va nella direzione della tutela della salute dei piccoli consumatori, nonché del lavoro e delle economie dei nostri agricoltori, oltre che a vantaggio della spesa pubblica e del benessere collettivo», hanno dichiarato il presidente Monica Monticone e il direttore Giovanni Rosso di Coldiretti Asti.

«Il cibo d’origine italiana, in particolar modo per i bambini da zero a tre anni, garantisce maggiori qualità e sicurezza», ha precisato Ettore Prandini, presidente Coldiretti a livello nazionale.

«Nei primi mille giorni di vita, tra alimentazione e agenti patogeni, il bambino getta le basi per la propria salute di oggi e di domani: pertanto, non può e non deve essere considerato alla stregua di un piccolo adulto. In quella fascia di età, il bimbo è incapace di metabolizzare le quantità di contaminanti presenti nel cibo destinato agli adulti. Da qui, l’importanza di prediligere i prodotti etichettati “baby-food”, perché rispondenti a standard di sicurezza e di qualità massimamente stringenti, a cui non rispondono, ad esempio, i cibi biologici, pensati e testati per gli adulti», ha spiegato il professore ordinario di pediatria Ruggiero Francavilla.

«Da questo punto di vista, il nostro Paese è dotato di una normativa tra le più rigorose a livello mondiale, consentendoci di affermare che gli alimenti per l’infanzia provenienti dalla filiera agroalimentare italiana garantiscono i più alti livelli di sicurezza», ha aggiunto Francavilla. La sicurezza, al pari della qualità, richiede impegno e assunzione di responsabilità, che solo un’alleanza tra i tutti i player può rendere sostenibile.

«Una sinergia tra Filiera Italia, Coldiretti e Pediatri italiani, resa altresì possibile da partner come Plasmon», ha sottolineato Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia. Marchio storico specializzato da 122 anni nell’alimentazione dei più piccoli, Plasmon predilige da tempo la provenienza italiana per l’approvvigionamento delle materie prime, avendo siglato nel 2019 un protocollo d’intesa con il Ministero dell’agricoltura, volto a valorizzare la filiera italiana degli alimenti per l’infanzia, con produttori di cereali, frutta, verdure, latte e carni. «Sarebbe auspicabile che il Ministero della salute, in collaborazione con le Società scientifiche, valutasse l’opportunità di dare seguito all’iniziativa di alcune Regioni, dando vita a linee guida nazionali per orientare le scelte alimentari negli asili nido», ha concluso Luigi Cimmino Caserta responsabile dei rapporti istituzionali di Kraft Heinz per Plasmon.

Manuela Zoccola

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