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Lettera al giornale / La gente comune vuole pace, però ovunque si cerca la vendetta con la scusa della difesa

Gaza palestina

Egregio direttore, come si fa a non rispondere alla lettera di Alvise e Maria Chiara pubblicata da Gazzetta la scorsa settimana? Primo perché hanno scritto di un argomento che devasta le coscienze della gente comune, il conflitto nella Terra santa. Secondo perché sono delle persone stupende, insegnanti umili di valori veri e comportamenti cristiani. Posso assicurarli che la loro sofferenza è quella di tantissima altra gente, quella che definisco “comune”. Ci tengo a sottolineare questo, perché mai come adesso in Europa, e in Italia in particolare, è in pericolo la nostra libertà di pensiero e di espressione.

Abbiamo libere elezioni è vero, apparentemente viviamo in una buona democrazia. Ma qualcosa non quadra più, il potere decisionale dei cittadini elettori è crollato e con esso anche la partecipazione al voto. L’affluenza degli aventi diritto che per oltre mezzo secolo si era mantenuto su percentuali altissime, tra 80 e 90%, nell’ultimo ventennio è crollato per le politiche attorno al 60% e addirittura sotto il 50% per quelle europee e regionali. Il partito del non voto è maggioranza relativa nel primo caso e assoluta nel secondo.

Se a questo aggiungiamo anche la sofferenza di chi si reca al voto come Alvise e Maria Chiara che scrivono di non sentirsi rappresentati da un Parlamento «che noi abbiamo eletto», allora il tracollo diventa abissale. La causa di ciò va ricercata in una legge elettorale anticostituzionale a parere mio, che, seppur votando non ci consente di sceglierci i nostri rappresentanti. È la politica dei seggi blindati; quella dei palazzi e dei salotti televisivi, quella che tenta di delegittimare chiunque osi contestarla.

È successo anche sul caso Palestina, in tutta Europa, Italia compresa. Centinaia di migliaia di giovani hanno sfilato in manifestazioni pro Palestina. Seguendo le indicazioni di Francesco chiedevano solo lo stop alla guerra e Israele-Palestina, due popoli due Stati. C’è mancato poco che bombardassero anche loro. Tutta la politica di ogni grado allineata e coperta a sostenere Israele nei suoi massacri quotidiani. Non è stata difesa, ma vendetta studiata.

Se a questo si aggiunge che è stato finanche impedito alle organizzazioni addette di prestare soccorso ai feriti (non terroristi, ma donne e bambini), allora che cosa parliamo a fare del diritto alla difesa, ministro Tajani? Confidando nel progresso dell’intelligenza artificiale affinché si realizzino dei robot governanti dal volto più umano, ringrazio Gazzetta per la libera informazione da sempre assicurata.

Giovanni Di Lorenzo, Alba

Gentile Di Lorenzo, grazie per la libertà che riconosce a Gazzetta nell’informare. La sua lettera è giunta in contemporanea alla notizia di un fragile cessate il fuoco a Gaza. Come ribadito nel numero scorso, non si può pretendere di ottenere la pace senza tenere conto che i popoli sono due ed entrambi hanno diritto a esistere. Purtroppo gli interessi in gioco sono grandi e c’è sempre chi soffia sul fuoco per prendersi tutto il banco. Ecco perché occorre la partecipazione, anche politica, a sostegno di chi promuove la pace, per quanto sembri un’utopia. In quest’Anno giubilare, ci sia di incoraggiamento la certezza di un profeta: «La speranza non delude» (Francesco).  g.t.

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