
BRA La signora Maria, che abita nel viale delle Rimembranze, quartiere Oltreferrovia, l’altra sera – quando si era appena fatto buio – ha attraversato lesta i binari, con una borsa della spesa sottobraccio. Stava pensando a cosa cucinare per la cena della famiglia, proprio mentre transitava sul marciapiede che corre a fianco del sottopassaggio.
Giunta davanti all’imbocco della struttura che collega le due anime della città negli ancora numerosi momenti in cui le sbarre sono abbassate, lo sguardo le è caduto sul gruppetto di giovani uomini che stavano confabulando tra loro. Un paio erano sui gradini mentre altri sul marciapiede. In mano bottigliette di birra, i baveri rialzati e i berrettoni sugli occhi.
Lo spavento, dapprima, le ha fatto rallentare un po’ l’andatura, ma subito dopo ha accelerato per evitare spiacevoli incontri. Anche la banda l’ha notata, cominciando a rivolgerle degli apprezzamenti, che lei non è neppure riuscita a capire distintamente. Mentre si allontanava a passo svelto, uno di loro l’ha seguita, gridandole frasi sconnesse. Poi, si è voltato, ritornando di nuovo tra il suo branco. Adesso Maria ha timore a passare di lì quando è buio. E, se si accorge di avere necessità di qualche alimento oltre l’imbrunire, manda il figlio ad acquistarlo e lui va al supermercato, in auto. «Almeno così», commenta, «evito di fare dei brutti incontri».
Le zone antistanti la stazione ferroviaria (sia lato via Piumati, sia lato piazzetta antistante i giardini) continuano a essere «mal frequentate» da personaggi che afferiscono al mondo della microcriminalità. Figuri che operano sia di giorno – dando fastidio ai numerosi pendolari che si apprestano a salire su un treno – sia di notte, agendo negli angoli più bui e nascosti tra i quali ci sono anche i due imbocchi del sottopasso ferroviario.
Nell’area della stazione le criticità sono in crescita. Una zona, che pur essendo spesso monitorata da pattuglie di Carabinieri, di agenti della Polizia locale e di colleghi di quella di Stato, permane in balia di alcuni personaggi che non nascondono di essere dediti al commercio di stupefacenti, e, in qualche occasione, anche a minacciare gli studenti o le persone più fragili che vi transitano.
A rilanciare l’allarme ci sono anche i nuovi gestori dello storico bar della stazione, che sono costretti, loro malgrado, a essere testimoni di risse, di violenze e di devastazioni. «È inevitabile», commenta un pendolare di vecchia data (che ha chiesto di non essere citato), «che una stazione di grandi dimensioni qual è quella braidese, con un elevatissimo traffico quotidiano, sia “terra di conquista” da parte di tanti personaggi, parecchi dei quali extracomunitari, che hanno un’intensa attività di spaccio. Anche se sappiamo che alcuni di questi malavitosi sono stati colpiti da un Daspo, quindi dovrebbero essere lontani dall’area, ma spesso li ritroviamo qui».
Conclude: «Dobbiamo essere grati ai Carabinieri e alla Polizia municipale, sempre più spesso presenti nel corso dei loro turni di servizio. Anche se è facile rendersi conto che non possono avere un presidio permanente com’era quello attuato dalla Polfer, che certamente non andava trasferita».
Valter Manzone
Il sindaco Fogliato: «Affrontiamo il tema in modo deciso»
Il problema della sicurezza in una città già grande qual è Bra, si sa, è una delle priorità di tutte le Amministrazioni. Lo sa bene il sindaco Gianni Fogliato, che ribadisce quanto indicato nel programma elettorale del suo secondo mandato: «La criminalità è un fenomeno che colpisce centri grandi e piccoli. Spazia dal bullismo alle aggressioni, includendo una vasta gamma di reati. Riguarda contesti molto differenti fra loro: le scuole, per i rischi connessi all’alcol e alle droghe; le case, teatro di furti e violenza domestica; gli edifici a uso pubblico, oggetto di vandalismo e ruberie; alcune zone della città, tra cui la stazione ferroviaria, per lo spaccio di droga».
Aggiungendo poi: «È nostra intenzione continuare ad affrontare il problema in modo deciso, come abbiamo fatto in tutti questi anni». Con alcune indicazioni precise: continuare a rafforzare la Polizia locale, aumentando il numero di agenti e la dotazione di strumenti; proseguire la collaborazione con le Forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza), potenziare la videosorveglianza e, non ultimo, chiedendo l’apertura di un Commissariato di Polizia. E conclude: «L’idea di dedicare il Movicentro al pianeta giovani è un modo concreto per renderlo un presidio di sicurezza, nel quale dare vita a programmi educativi sui temi della legalità e dei rapporti fra i sessi, coinvolgendo istituzioni scolastiche, comunità studentesca e famiglie».
v.m.
