
BRA Non si è spento l’eco della serata sul calo della vendita di vino a causa del decreto Salvini che ha modificato il Codice della strada; anzi, un’onda lunga ha preso il via sabato a Caramagna Piemonte, coinvolgendo alcuni produttori vinicoli del Roero e numerosi simpatizzanti. La serata ha rappresentato un punto di partenza per affermare che il vino non è il principale responsabile degli incidenti stradali, le cui cause vanno invece ricercate in fattori ben più gravi: superalcolici, stupefacenti e distrazioni dovute all’uso dello smartphone.
La semplificazione voluta dal ministro Salvini, nel tentativo di trovare un capro espiatorio, sta alimentando un acceso dibattito nell’opinione pubblica e l’incontro la serata ha avuto il merito di smuovere cittadini, produttori e istituzioni roerine.
Sta prendendo sempre più forma una mobilitazione delle amministrazioni locali, determinate a difendere le loro produzioni vinicole, messe in difficoltà dal decreto Salvini. Il dibattito si sta aprendo e presto potremmo vederne i primi risultati, con prese di posizione condivise. Tuttavia, solo un autentico movimento culturale potrà portare a cambiamenti concreti.
È innegabile che la sicurezza stradale vada garantita e tutelata, ma è fondamentale affrontare le vere cause degli incidenti. “Non si può equiparare un bicchiere di buon vino bevuto durante un pranzo o una cena a un comportamento pericoloso, che poi, a un controllo con l’etilometro, penalizza e punisce l’automobilista. Andiamo alle vere cause: fermiamo chi guida sotto l’effetto di psicofarmaci o, peggio ancora, di sostanze stupefacenti e iniziamo a effettuare controlli in quella direzione”, afferma un produttore.
«Sarebbe importante – dice un produttore – che le Associazioni sindacali e i movimenti culturali che si occupano di cibo e di vino facciano la loro parte. Attualmente stanno facendo la battaglia sui lupi e sugli alpeggi, dove i pastori vogliono ucciderli per salvare gli animali. Ma mi pare ci siano problemi più grossi come quello di salvaguardare posti di lavoro ed economia locale. Nel Roero c’è una massa critica di oltre 50.000 persone comprendendo Bra che storicamente ne ha sempre fatto parte. Positivo che anche la politica ci stia ad ascoltare e trovi delle soluzioni eque e non solo di grido».
Il cammino è lungo, ma la marcia è iniziata, il Roero difenderà la sua preziosa produzione di vino.
Lino Ferrero
