Sanità / I percorsi di tutela esistono, ma non lo sa quasi nessuno

Sul piano per le cave lungo il Tanaro è già levata di scudi
Domenico Rossi, Pd Piemonte

LA CAMPAGNA L’8,8% dei piemontesi ha rinunciato alle cure nell’ultimo anno, chi per tempi di attesa lunghissimi, chi perché costretto a spostarsi a centinaia di chilometri e chi semplicemente non ha trovato posto. E il dato è allarmante perché più alto rispetto alla media nazionale che si attesta al 7,6%, mentre in totale si contano 4,5 milioni di pazienti scontenti in tutta Italia.

Per far fronte all’annoso problema delle liste d’attesa, sono stati attivati anche i percorsi di tutela: una procedura già introdotta nel 1998 e riattivata con un decreto legge del 2024, regolamentato in Piemonte con due circolari.

I cittadini hanno diritto, se in possesso di una prescrizione di visita o esame specialistico in primo accesso in classe di priorità B (entro 10 giorni), D (visite 30 giorni ed esami 60) o P (120 giorni) e se non sono riusciti a prenotare la prestazione tramite il Cup nei tempi indicati dalla ricetta del medico, a farla in intramoenia o nel privato accreditato, senza costi aggiuntivi rispetto al ticket poiché a carico della Regione.

Il problema è che molti non sanno dell’esistenza di questa procedura e ogni azienda sanitaria comunica a suo modo la loro esistenza. Per fare qualche esempio, nell’Asl Alba-Bra gli accessi con questa procedura sono stati 270 negli ultimi dieci mesi (tutti risolti), mentre in quella di Asti sono stati 141. Già più cospicui i risultati della Cn1 dove sono stati 832 i servizi richiesti con questa modalità. Ci sono però territori dove le statistiche sono ancora più basse: i fanalini di coda sono Vercelli con 34 e Biella con appena 15.

Pertanto, il Partito democratico del Piemonte ha lanciato una campagna dedicata con lo slogan “La salute non aspetta. Non rinunciare a curarti”, presentata nei giorni scorsi a Torino. Il segretario regionale Domenico Rossi ha spiegato: «La legge già prevede l’attivazione del percorso di tutela, peccato che qui in Piemonte il Cup non lo dice e la Regione complica il percorso così che in pochi possano accedere. Chiediamo una campagna pubblica che informi i cittadini e di uniformare e semplificare le procedure». Poi, Rossi ha aggiunto: «Quando parliamo di liste d’attesa in sanità siamo di fronte a un’emergenza che continua a crescere e colpisce i piemontesi in uno degli aspetti più delicati della vita. La nostra campagna sottoscritta da circa 20mila cittadini è stato il primo atto dell’attuale segreteria regionale, ma la situazione è peggiorata. Gli innumerevoli annunci e le promesse di Cirio non hanno portato nessun miglioramento».

A queste parole si è accodato Daniele Valle, consigliere regionale Pd: «Il percorso di tutela deve essere messo a disposizione in modo automatico, e proposto direttamente dal Cup nel caso non vi siano posti disponibili. Fatico a vedere una qualunque persona anziana che compila on-line un modulo in Pdf, lo scarica, allega i suoi documenti digitalizzati e invia tutto tramite Pec. Tutto questo per ottenere un suo diritto».

La proposta è allora quella, dopo una fase di informazione e raccolta di consenso sul tema, di presentare una mozione in Consiglio regionale perché sia garantito che il Sovracup renda automaticamente disponibile la prestazione in intramoenia o nello specialistico convenzionato nei casi che abbiamo elencato in precedenza.

Si chiede anche che venga implementato all’interno dello spazio Web sanitario personale e all’interno dell’App Cup Piemonte, in apposite sezioni accessibili tramite Spid, la disponibilità automatica delle prescrizioni personali di visite ed esami, oltre alla possibilità di prenotazione automatica e di pagamento del ticket sanitario in modo diretto.

Seguirà una sperimentazione con sportelli del Pd per aiutare i cittadini nella presentazione dell’istanza con una successiva strutturazione nelle province sulla base degli esiti. Maggiori informazioni sul portale Internet www.stoplisteattesa.it.

Lorenzo Germano

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