
ALBA Nel settembre 2023, in occasione della riapertura del servizio ferroviario tra Alba e Asti dopo dodici anni, l’Archivio di Stato di Asti aveva allestito la mostra “La storia corre sui binari. Documenti, racconti, tracciati della ferrovia Asti-Alba”. In esposizione c’erano cimeli, documenti, fotografie e mappe dall’apertura del collegamento nel 1875 all’attualità.
Per la parte albese, il Comune aveva concesso fotografie e cartoline storiche tramite l’associazione Giulio Parusso: molte provenivano da donazioni di Tonino Buccolo. Alcune ritraggono il Ponte Albertino, costruito nel 1845, al quale furono successivamente affiancati i binari.

Gli archivisti, in seguito, hanno completamente digitalizzato il materiale presente nelle venti vetrine. Per mostrarlo agli albesi, il Comis (Coordinamento mobilità integrata e sostenibile) ha organizzato un incontro in sala Riolfo. L’appuntamento sarà venerdì 9 maggio alle 21 in sala Riolfo. Le immagini saranno proiettate su uno schermo e la serata sarà aperta da Laura Dellapiana, funzionaria dell’Archivio di Stato di Asti, che inquadrerà la ferrovia dal punto di vista storico.
Seguirà l’intervento di Fulvio Bellora del Comis per ripercorrere la lotta avviata dalle associazioni di pendolari durante il decennio senza treno tra le due città. Edoardo Fenocchio, assessore ai lavori pubblici, spiegherà qual è e quale sarà il contributo del treno alla mobilità sostenibile in città. Infine, interverrà Giovanni Currado, presidente dell’assemblea del Sudest dell’Agenzia mobilità piemontese.
Nella sua relazione parlerà delle prospettive per i collegamenti ferroviari locali con i principali nodi. Emergeranno considerazioni sul possibile arrivo dei treni alimentati a idrogeno e sulle opportunità di collegare Alba con Milano e Bologna. Nei ricordi dei più anziani ci sono ancora i pendolari che, da Alba, partivano ogni giorno alle 6 per raggiungere il capoluogo lombardo alle 8.30.
Commenta Bellora: «I nostri sforzi e le nostre idee, oggi, sono riconosciuti anche da chi, vent’anni fa, definiva la Alba Asti un ramo secco e, dopo la chiusura, paventava la costruzione di ciclovie al posto dei binari. Durante la serata scopriremo che, pure in passato, ci furono lotte per un aumento delle corse. La situazione è analoga a quella attuale: sei coppie di treni nei giorni feriali sono insufficienti».
Davide Barile
