La Rei Natura di Michelangelo Mammoliti è l’unico nuovo tre stelle Michelin in Italia

L'intervista / Lo chef Michelangelo Mammoliti: «I miei piatti al ritmo della natura» 1

di Chiara Nervo

IL RICONOSCIMENTO – La presentazione della Guida Michelin italiana, edizione 2026, svoltasi il 19 novembre al teatro Regio di Parma, ha consacrato il ruolo del Piemonte come uno dei territori gastronomici più importanti in assoluto. A livello nazionale, sono 22 i nuovi ristoranti che ottengono la prima stella, due quelli che vengono insigniti della doppia: Famiglia Rana a Oppeano (Verona) e I Tenerumi a Vulcano (Messina).

La Langa protagonista: arriva un nuovo tre stelle

Ma l’attenzione si è concentrata soprattutto sulla nostra regione e, in particolare, sulla Langa, dove è arrivata la notizia più attesa: La Rei Natura, il regno dello chef Michelangelo Mammoliti all’interno del resort Il Boscareto a Serralunga, è l’unico nuovo tre stelle italiano. Per fare capire l’importanza del riconoscimento, sui quasi 400 ristoranti d’élite segnalati dalla “Rossa” a Parma, 341 hanno una stella, 38 due stelle e solo quindici sono nel gotha delle tre stelle. Caso ancora più unico: due sono in Langa, perché all’ormai consolidato Piazza Duomo di Enrico Crippa, si è aggiunto Mammoliti. Senza dimenticare un altro ristorante piemontese: il lussuoso Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo, sul lago d’Orta.

La consacrazione di Michelangelo Mammoliti

Per Mammoliti, nato nel 1985 a Giaveno, per anni alla guida della cucina de La Madernassa a Guarene, si tratta della consacrazione di un percorso costruito con disciplina, tecnica, rigore e una visione gastronomica profondamente radicata nella natura e nel territorio. La Rei Natura, poi, è un progetto nuovo, visto che ha aperto ai commensali solo nel 2022. «Raggiungere un traguardo così importante, in così poco tempo, mi ha fatto ripensare a tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni: le fatiche, i sacrifici, le scelte coraggiose», ha raccontato lo chef a Gazzetta d’Alba. «È la conferma che la dedizione, la passione, la determinazione e soprattutto la forza della squadra possono davvero fare la differenza. In questo mestiere, niente si ottiene da soli e questo traguardo è il riconoscimento di un vero battito comune».

Una cucina che nasce dalla natura

Mammoliti ha riportato nell’alta cucina piemontese una sensibilità contemporanea che parte dall’orto, dalla biodinamica e da un legame quotidiano con la terra: «La sfida più grande è stata rimetterci in gioco, ripartire, cercare un nuovo linguaggio, un nuovo modo di raccontarci. Ci siamo concentrati sui sapori, sulla loro profondità e autenticità, meno sulla prestazione tecnica. L’obiettivo era creare un’esperienza capace di emozionare davvero. Di offrire un ricordo indimenticabile. Mi faccio spesso ispirare dai profumi: mentre cammino nei boschi, mentre salgo in montagna, mentre pedalo o sono nell’orto, tutti questi sentori hanno il potere di riportarmi a emozioni antiche e, allo stesso tempo, di aprire strade inaspettate. È da lì che prende vita gran parte della mia cucina». Oltre a questo traguardo, il Piemonte ha visto confermate entrambe le sue 2 stelle: l’Antica corona reale a Cervere e la Locanda Sant’Uffizio Enrico Bartolini a Cioccaro di Penango, dove c’è comunque una presenza di Langa: lo chef è l’albese Gabriele Boffa, classe 1987.

Langhe e Roero: un ecosistema che funziona

Dovrà pur esserci qualcosa di speciale nel Dna delle cucine delle colline Unesco: la Guida Michelin ha confermato tutti i ristoranti con una stella di Langhe e Roero, che in totale sono nove. Tra le buone notizie, c’è anche la conferma del decano Massimo Camia, che si è spostato proprio quest’anno da La Morra a Novello, con un nuovo progetto familiare, dove ha saputo mantenere il riconoscimento. Sempre in provincia di Cuneo, confermato anche Il Nazionale di Vernante.

Un modello di successo

E se qualcuno si dovesse chiedere il perché di questo successo della nostra area, a parlare sono le storie di questi locali, dei loro cuochi e del tessuto imprenditoriale e vitivinicolo che in diversi casi li ha fatti nascere: è il connubio che ha permesso di generare un ecosistema maturo, capace di unire sostenibilità, creatività, qualità dei prodotti locali e formazione di nuove generazioni di professionisti, come Mammoliti.

 

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