di Davide Barile
ALBA – Confartigianato Cuneo, per la prima volta nella sua storia, per i prossimi anni sarà guidato da una donna ed è un’albese. Dopo che il doppio mandato di Luca Crosetto come presidente si è concluso domenica 30 novembre con il quarantaduesimo congresso provinciale, nella stessa occasione gli artigiani della provincia hanno eletto Daniela Balestra.
Quarantadue anni, già vice di Crosetto, è contitolare della Stamperia albese Balestra di via Aldo Moro. Nel lavoro e nella vita associativa, ha seguito le orme del padre Giuseppe, scomparso nel 2010, che è stato presidente della zona di Alba dal 1997 al 2010 e presidente regionale di Confartigianato dal 2009 al 2010.
Accanto a Balestra, ci saranno il vicepresidente vicario Michele Quaglia di Saluzzo e il vicepresidente Davide Merlino di Ceva.
«Per me è una grandissima emozione», ha subito commentato la neoeletta. «Nonostante fosse in corsa un’unica lista, il congresso è stato molto partecipato, vi erano oltre duecento delegati. Non si sono limitati a votare: con loro abbiamo condiviso le linee programmatiche e strategiche. Tutto ciò mi dà la forza per guardare al futuro». Per sapere di più sulla sua visione del settore, l’abbiamo intervistata.
Come riassumerebbe il suo percorso in Confartigianato, Balestra?
«Ne faccio parte dal 2010, quando ho deciso di affiancare la famiglia nella gestione dell’impresa. Sono stata prima nel movimento Giovani imprenditori e in seguito in Donne impresa, per poi diventare rappresentante della zona di Alba e collaborare con Confido, l’agenzia di accesso al credito. Gli anni da vicepresidente con Luca Crosetto coincidono con un periodo in cui Confartiginato Cuneo ha cambiato il suo volto storico e ha saputo plasmarsi sulle esigenze del presente: sono stati anni molto arricchenti».
A cosa si riferisce?
«La sfida più importante è stata il superamento dell’emergenza Covid-19. Le imprese erano piene di dubbi e domande alle quali non sapevano rispondere e, in Confartigianato, hanno trovato un’associazione vicina a loro. Mentre un tempo ci limitavamo alla rappresentanza sindacale, oggi affianchiamo le tante realtà della nostra provincia in tutte le fasi. Abbiamo investito molto sulla formazione e la sostenibilità è diventata un nostro punto fermo. Siamo cresciuti pure dal punto di vista della comunicazione, abbiamo istituito gli anni tematici e avviato il progetto dei Creatori di eccellenza. Organizzare varie iniziative pubbliche, poi, ci ha permesso di allacciare i rapporti con le Amministrazioni comunali e gli altri enti. Con circa 9.800 associati, in Italia siamo la seconda sezione più grande. Alba gioca un ruolo importante con un migliaio di aziende associate».
Su cosa si baserà il suo programma?
«Su tre pilastri, cioè slancio, competenza e connessioni. Lo slancio servirà soprattutto per supportare gli imprenditori e i giovani nell’avvio dell’attività e durante il cambio generazionale. Competenza vorrà dire investire sulla formazione di imprenditori, dipendenti e collaboratori. Ci concentreremo sui lavoratori stranieri, che in certi settori, come la meccanica e l’agroalimentare, sono diventati una forza determinante: per operare al meglio, devono possedere i giusti strumenti. Le connessioni, poi, saranno avviate con enti e imprese del nostro territorio, che è caratterizzato da una grande vivacità imprenditoriale».
Quali sono le principali difficoltà del periodo?
«Siamo in una fase storica in cui le condizioni per fare impresa sono sfavorevoli. Tra i problemi principali, penso ai conflitti, alle difficoltà per le esportazioni e al caro energia. Su quest’ultimo punto ci siamo già attivati lo scorso anno con la creazione di Cer-a, la comunità energetica di cui Confartigianato è capofila per guidare la svolta sostenibile. Occorrerà continuare a investire per valorizzare alcuni aspetti dell’impresa artigiana, come talento, creatività e cultura, che ci permettono di avere prodotti unici. I nostri rappresentanti di categoria, poi, sono presenti a tutti i tavoli sindacali in cui si discute di contratti, lavoro e norme».
Una questione di famiglia
Se il contesto attuale è particolarmente complesso, che cosa chiedete alla politica, Balestra?
«Il tema più dibattuto è la tassazione. Siamo senza dubbio disponibili a continuare a pagare le tasse come abbiamo sempre fatto, ma il costo del lavoro deve diventare più sostenibile. Molto importante sarà cercare di eliminare la concorrenza sleale proveniente dagli altri Paesi europei, che pesa non poco».
Nell’artigianato c’è anche il problema del reperimento della manodopera, come lo si potrà superare?
«L’artigianato deve tornare a essere attrattivo per i giovani e, per questo, stiamo puntando molto sulla formazione. Quest’anno abbiamo avviato un progetto per dialogare anche con i genitori e far conoscere loro le opportunità per il futuro dei figli: il terzo incontro, al quale parteciperanno pure psicologi e psicoterapeuti, è in programma ad Alba il 16 gennaio. Dobbiamo fare passare il messaggio che essere artigiano non vuol dire stare chiusi in una bottega: al contrario, chi sceglie questa strada sarà protagonista del futuro e dovrà maneggiare, oltre agli strumenti tradizionali, intelligenza artificiale e stampanti 3d».
Per lei Confartigianato è un po’ una questione di famiglia: che insegnamento le ha lasciato suo padre?
«Porto sempre nel cuore la grande passione che ebbe come dirigente dell’associazione. Lui mi ha insegnato il valore del fare impresa sul territorio. Sono orgogliosa di aver ereditato la sua passione: purtroppo non poteva essere al mio fianco durante il congresso che ha portato alla mia elezione ma, in quel momento, ho sentito il suo abbraccio forte».
