
CORILICOLTURA Servono ricerca e risorse per salvaguardare la corilicoltura. Coldiretti segnala l’emergenza del settore e sollecita la Regione Piemonte.
Nel 2024, a parte poche eccezioni, la raccolta ha registrato nell’Astigiano un netto calo, secondo quanto reso noto dall’organizzazione agricola locale. La scarsa campagna corilicola dello scorso anno ha rappresentato il culmine di una grave e preoccupante crisi che, negli ultimi tempi, sta impattando gravemente in termini sia produttivi sia economici sull’intero territorio piemontese.
La preoccupante situazione ha spinto la Coldiretti regionale, sostenuta dalle federazioni provinciali interessate, inclusa quella di Asti, a richiamare l’attenzione della Regione attraverso una segnalazione puntuale corredata da proposte e sollecitazioni.
«Dopo una crescita sostanziale negli ultimi dieci anni, quando si era passati da 15mila e quasi 28mila ettari di superficie coltivata a livello regionale, ora assistiamo a un drammatico crollo dei raccolti. Perciò, Coldiretti ha chiesto alla Regione di promuovere una ricerca scientifica, non più rinviabile, per analizzare le cause di quanto sta avvenendo», ha riferito il presidente della federazione provinciale Monica Monticone.
«Servono risorse economiche e umane che, di concerto con gli enti di ricerca, siano utili a trovare soluzioni efficaci per la tutela e la salvaguardia delle produzioni corilicole astigiane e piemontesi apprezzate in tutto il mondo, in particolar modo come trasformati, quali creme spalmabili, cioccolata, prodotti da forno e arte bianca in generale», ha aggiunto Monticone.
«Occorre lavorare in maniera mirata per superare le problematiche di carattere agronomico e gli effetti derivanti dai cambiamenti climatici: così potremo garantire raccolti soddisfacenti per i produttori e ridurre la forbice tra l’offerta e la domanda dell’industria dolciaria», ha dichiarato il direttore di Coldiretti Asti Giovanni Rosso.
«Solo Novi Elah Dufour, con la quale Coldiretti ha sottoscritto un contratto pluriennale, abbisogna di oltre 30mila quintali di nocciole in guscio all’anno. In Piemonte, gli ettari coltivati sono quasi 28mila ma, se non si trovano soluzioni urgenti, il divario tra domanda e offerta si accentuerà, anziché ridursi», ha sottolineato Rosso.
Manuela Zoccola
