di Sara Canta
ECOLOGIA – «Abito nella zona di Diano d’Alba, in un luogo incantato: oltre alle vigne sono rimasti molti alberi come gaggie, pioppi e tigli, anche alcune querce e castagni. Qui si ha l’impressione di vivere in un’oasi in cui la monocoltura non ha preso il sopravvento».
Sono le parole di Giuseppe, 40enne albese che con la sua famiglia vive in una casa indipendente circondata dal verde. Prosegue: «A gennaio il vicino di casa (proprietario di vari ettari di terreno) ha deciso di tagliare ampie porzioni di bosco per installare una vigna. Non sono valsi a nulla i tentativi di dissuaderlo. Nella sua visione si trattava di alberi “inutili”, ci ha detto che il verde “selvaggio” è un pericolo per le strade e porta soltanto la presenza di animali selvatici come cinghiali. Gli abbiamo spiegato che la biodiversità è necessaria per il benessere ecologico complessivo della natura e dell’uomo. Non ci ha ascoltato. Ha tagliato tutto e adesso c’è solo erba. Le radici, i funghi, le piante e gli animali che animavano quel mondo non esistono più. I miei figli piccoli, di 5 e 8 anni, erano molto tristi e lo eravamo anche noi adulti. Oggi sembra di vivere in un altro luogo».
Il consumo di suolo
Nel territorio l’aggressione sistematica al verde prosegue a causa di una cultura che continua a prediligere l’interesse economico o l’estetica paesaggistica a discapito degli equilibri ecologici. Secondo il rapporto del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) pubblicato alcune settimane fa dal titolo Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, in provincia di Cuneo nel 2024 il terreno consumato ammontava a un totale di 36.832 ettari (633 metri quadri per abitante, molto più rispetto alla media regionale), con un aumento di 148 ettari rispetto al 2023.
Rispetto al consumo di suolo pro capite, la Granda è considerata in “fascia rossa”, tra le peggiori province d’Italia. Alba a oggi ha oltre un quinto della sua superficie occupata dal cemento.
La risposta della comunità
Tuttavia, le iniziative per proteggere gli alberi si moltiplicano. L’ultima è quella della comunità Laudato si’ Gazzetta d’Alba – gruppo di volontari nato nel 2018 in collaborazione con il nostro giornale. Il referente del gruppo Giovanni Montani a metà dicembre ha spiegato: «Per le festività in arrivo sono stati tagliati due grandi abeti tra i 15 e i 20 anni, entrambi da utilizzare come alberi di Natale. Questi esemplari potevano vivere ancora a lungo e invece sono stati mandati a morire. Esistono alberi artificiali altrettanto belli che non danneggiano la natura, perché non abbiamo optato per questa soluzione?».
Prosegue: «Abbiamo inviato una lettera al sindaco di Alba Alberto Gatto, ma al momento non c’è stata alcuna risposta. Il prossimo anno in estate rinnoveremo l’appello affinché questa situazione non si ripeta. Vorremmo acquistare anche un grande ulivo e metterlo a dimora in territorio comunale, in memoria di papa Francesco che si batteva senza giri di parole e senza timore per la salute della natura».
Sensibilizzazione e cultura ecologica
«Come comunità da molto tempo stiamo lavorando su queste tematiche che forse non ottengono l’attenzione pubblica che meritano perché probabilmente non piacciono a molti, ma riteniamo siano fondamentali in un tempo in cui il cambiamento climatico imperversa e gli equilibri sistemici risultano fragili», aggiunge Montani.
Proseguendo il lavoro di sensibilizzazione e diffusione della cultura ecologica, la Laudato si’ venerdì 16 gennaio (alle ore 20.45 nell’auditorium della fondazione Ferrero) inviterà lo scrittore Stefano Mancuso. L’autore parlerà del suo ultimo libro Cantico della terra (Laterza, 2025), ispirato agli insegnamenti di san Francesco e basato sull’idea che soltanto riguadagnando un totale rispetto della natura sarà possibile ripristinare il benessere del Pianeta.
Conclude Montani: «Speriamo che le istituzioni possano considerare la battaglia ambientale come una delle priorità nell’agenda di lavoro: Alba, seppur piccola come dimensioni, può giocare un ruolo determinante dal punto di vista simbolico e pratico nel panorama nazionale».
Regalare un bosco

Un’altra iniziativa locale di rigenerazione naturale è portata avanti dalla neonata associazione albese Langa Silvatica, che in occasione del Natale ha lanciato una campagna di raccolta fondi per acquistare porzioni di bosco.
Spiegano gli attivisti: «Il nostro obiettivo è proteggere aree a interesse ambientale di Langa e alta Langa da dinamiche di mercato ed estrazioni di risorse con modalità non sostenibili, per farle ritornare un bene pubblico, a disposizione della cittadinanza. Vogliamo che le nostre colline possano diventare un modello, un esempio virtuoso di gestione e valorizzazione boschiva».
Aggiungono: «Il Natale bussa alle nostre porte. Il piccolo alberello addobbato che rende festosa la vostra casa reclama silenziosamente attenzione: i suoi fratelli e cugini avrebbero bisogno di te e della tua solidarietà». Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.langa-silvatica.org.
Duecento piante tartufigene

Le iniziative sono state lanciate negli stessi giorni in cui ricorreva la Giornata nazionale degli alberi, il 21 novembre. In quella occasione, al palazzo mostre e congressi di Alba, cento bambini della scuola primaria dell’istituto comprensivo Quartiere Moretta hanno consegnato duecento piante tartufigene all’Associazione tartufai di Alba.
Il gesto ha concluso il progetto “Turismo & sostenibilità: coltiviamo e tuteliamo insieme il patrimonio tartufigeno”, promosso dall’ente turismo Langhe, Monferrato, Roero con il sostegno della fondazione Crc.
«Le piante tartufigene che riceviamo dall’ufficio turistico in cambio del nostro supporto ai visitatori durante la Fiera del tartufo vengono consegnate gratuitamente agli agricoltori di Cia Cuneo», ha spiegato Carlo Olivero, segretario dell’associazione. Il presidente provinciale di Cia, Claudio Conterno, ha aggiunto: «L’agricoltore è il primo custode dell’ambiente».
Anche i privati possono ricevere le piante chiamando il numero 0173-35.02.

Forestazione urbana
La pressione creata dalle iniziative ambientali sembra produrre effetti anche a livello istituzionale. A metà dicembre la Regione Piemonte ha finanziato progetti di forestazione urbana presentati da diversi Comuni, stanziando quasi 14 milioni di euro nell’ambito della misura Fesr 2021-2027, che si sommano agli 8,5 milioni precedenti per un totale di 22 milioni di euro.
Come ha spiegato l’assessore all’ambiente Matteo Marnati: «Scegliamo di contrastare attivamente le conseguenze del cambiamento climatico con i mezzi più efficaci che la natura ci offre: gli alberi e gli spazi verdi». Tra i Comuni finanziati figurano Alessandria, Asti, Cuneo e Borgomanero. Alba e Bra non compaiono nella lista.

