Lo scorso anno 85 donne sono state accolte nelle dieci case rifugio in Piemonte

Lo scorso anno 85 donne sono state accolte nelle dieci case rifugio in Piemonte

I NUMERI Abusi fisici, sessuali e psicologici, botte, maltrattamenti, distruzione dell’autostima, stalking, discriminazioni. Sono solo alcune delle forme più diffuse di violenza ai danni delle donne, una piaga che continua a sanguinare, nonostante le azioni di contrasto. Manca, infatti, un’evoluzione culturale profonda, imprescindibile quanto ancora appena embrionale. A delineare uno spaccato del problema ci sono i dati forniti dal centro di ascolto antiviolenza L’orecchio di Venere di Asti, con sede in via Foscolo 7, presso il comitato della Croce rossa. Nel 2018, sono stati 3.455 gli accessi ai 16 centri antiviolenza piemontesi, iscritti all’Albo regionale, e 3.125 le donne seguite. Di queste, oltre il 56% ha un’età compresa tra 31 e 50 anni e circa il 53% è coniugato o in coppia di fatto. 64 donne su cento sono di nazionalità italiana e l’87% risiede in Piemonte. Il 40% ha un titolo di studio fino al diploma di scuola secondaria di primo grado e poco più della metà (51%) lavora. Quasi il 76% ha figli. Inoltre, sono 85 le donne accolte nelle 10 case rifugio attive in regione.

La responsabile del centro provinciale astigiano, Elisa Chechile, annota: «Nel 2018, la nostra sede è stata contattata da 600 donne e 71 hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza. Quest’anno, sono 80 le nuove cartelle aperte. Da quando il Tribunale di Alba è stato accorpato ad Asti, si sono rivolte a noi anche le albesi: siamo una rete di prossimità. La violenza è senza confini, ma è un comportamento che può essere cambiato». Il Centro fornisce ascolto, accoglienza, orientamento e sostegno a persone che attraversano momenti di disagio, legati a fenomeni di violenza o che temono per la loro vita e per quella dei loro cari (telefono: 0141-09.00.09; cellulare: 366-92.87.198; numero nazionale 1522; e-mail: centroascolto.cri@gmail.com).

Inchiesta: basta violenze sulle donne

Per l’attività svolta, che include la sensibilizzazione nelle scuole e nella società, il centro astigiano è preso a modello anche fuori porta. Per il decennale della sua fondazione, ha inaugurato, a fine ottobre, a Costigliole, una panchina rossa, a cui se ne aggiungerà un’altra, domenica 24, a Isola d’Asti. Il centro aderisce alla Rete territoriale antiviolenza, composta da numerosi soggetti. Ne fa parte la Questura di Asti, che il 6 dicembre inaugurerà, in presenza del capo della Polizia, una stanza dedicata all’accoglienza delle donne vittime di violenza e dei loro bimbi.

Come la Questura di Cuneo che in futuro intende dotarsi di uno spazio simile. Due sono gli appuntamenti ad Asti da annotare per lunedì 25 novembre: il convegno “Credevo fosse amore…”, organizzato dalla consigliera di parità della Provincia, dalle 15 al Polo universitario, in piazzale De Andrè; l’incontro, promosso dal Comune, “Salute delle donne e diritti negati: stop alle mutilazioni genitali”, dalle 15 nella sala Platone di palazzo civico, che apre la tre giorni di eventi  per celebrare la Giornata  per eliminare la violenza.

Manuela Zoccola

Banner Gazzetta d'Alba