I nonni e i familiari, divisi per prevenzione, uniti in videochiamata

I nonni e i familiari, divisi per prevenzione, uniti in videochiamata

SOCIOASSISTENZA/3  Una donna lascia una borsa davanti alla porta, guarda le finestre e se ne va: vestiti, giornali e un bigliettino di saluti. Dal 9 marzo, ogni contatto con l’esterno delle residenze per anziani dev’essere evitato. Lo prevede il decreto del Governo: soltanto le visite ritenute necessarie dalla direzione sanitaria. Nell’Albese la maggior parte delle case di riposo ha deciso di sospendere le visite di familiari e amici, salvo i casi di urgenza. Per chi aspetta figli o nipoti, è una situazione difficile dal punto di vista emotivo; le strutture hanno un problema in più.

I nonni e i familiari, divisi per prevenzione, uniti in videochiamata 1Cinzia Ramello, direttrice dell’Ottolenghi, 113 ospiti a Mussotto: «Da più di una settimana la casa di riposo è blindata. Abbiamo rilasciato quattro autorizzazioni speciali, per chi affianca anziani particolarmente in difficoltà, ma all’ingresso ai visitatori è misurata la febbre e viene fatta indossare la mascherina, come operatori e infermieri». Oltre ai dispositivi è fondamentale la cura per l’igiene: «Sia infermieri che operatori sociosanitari devono lavarsi le mani quattro volte all’ora; abbiamo potenziato il servizio di lavanderia per igienizzare le divise». Per garantire il contatto tra ospiti e familiari, la struttura punta sulla tecnologia: «Abbiamo attivato un sistema di videochiamate: fissiamo un appuntamento con i familiari e li mettiamo in contatto con l’ospite all’ora stabilita. Sono momenti commoventi: gli anziani cercano di fare forza ai loro figli e nipoti per non farli preoccupare troppo».

Anche la fondazione diocesana Santi Lorenzo e Teobaldo, che gestisce le residenze di Rodello e Cerretto Langhe, rispettivamente 90 e 50 ospiti, ha adottato soluzioni simili. Spiega la direttrice Roberta Bianco: «Abbiamo rivisto l’organizzazione per garantire la massima sicurezza: visite sospese e ingressi consentiti solo a operatori e infermieri: le attività proseguono, come l’animazione, a distanza di sicurezza».

Come altrove, l’aspetto più complesso è quello emotivo: «La situazione inizia a essere pesante. Garantiamo contatti telefonici giornalieri. Ci sono anziani che si sentono abbandonati, che hanno bisogno della vicinanza fisica dei parenti. E figli in apprensione per i genitori, anche se le decisioni sono prese per la loro sicurezza: dal canto nostro, ci impegniamo al massimo perché tutto vada per il meglio».

f.p.

#IORESTOACASA: ANDRÀ TUTTO BENE

Banner Gazzetta d'Alba