L’attrice albese Miriam Costamagna e La fabbrica della felicità

L'attrice albese Miriam Costamagna e La fabbrica della felicità

CULTURA Sei giovani attori, una sceneggiatura vincitrice del prestigioso premio Testinscena 2017, e un sogno: vedere il proprio lavoro diffondersi, replica dopo replica, teatro dopo teatro. L’attrice albese Miriam Costamagna è una dei giovani talentuosi che hanno dato vita al Connettivo 24grammi (come il peso stimato dell’anima) che,  per coltivare questo sogno, ha promosso una raccolta fondi su questo sito specializzato

Miriam come è nato questo progetto?

«Viviamo in società in cui salute e perfezione sono al centro dell’esistenza sociale, è interessante quindi parlarne a livello teatrale. In questa sceneggiatura, scritta come una favola noir, in una città immaginaria, le esistenze di tutti ruotano intorno a una fabbrica farmaceutica che produce una panacea che cura tutti i mali. Entità astratte come il Profitto, la Scienza e il Capitale entrano in scena accanto a personaggi umani che  inseguono il sacrosanto diritto ad essefe felici. E ancora ci si è interrogati su cosa possa definirsi malattia e normalità, su chi definisca la sottile linea di confine tra adeguatezza e il suo contrario».

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Il Connettivo 24grammi

Chi l’accompagnerà in questa avventura?

«Altri quattro giovani attori diplomati come me nel 2015 alla Civica Accademia d’arte drammatica “Nico Pepe” di Udine. Sono Giuseppe Attanasio di Bologna, Irene Canali  di Verona, autrice della sceneggiatura,  Daniele Palmeri di Palermo e Marta Salandi di Roma.  Insieme  abbiamo dato vita al Connettivo 24 grammi, con l’intenzione di  sfruttare tutte le possibili connessioni tra i diversi linguaggi e modalità espressive sviluppate individualmente, e metterle al servizio del contenuto che intendiamo esprimere. In questo caso, una riflessione sulla vita e la felicità. A, noi, in scena, si unirà l’attore veneto Nicola Andretta».

Miriam è nata nel 1990  a Potenza, poiché il papà Bartolomeo, dipendente Ferrero e noto fotografo non professionista, oltre che socio di Ampelos, all’epoca lavorava nello stabilimento di Balvano del gruppo dolciario. Chi l’ha conosciuta già allora ne ricorda gli enormi occhi curiosi, assetati di vita e di conoscenza del mondo.  A cinque anni, il ritorno in sede di papà, l’ha riportata ad Alba insieme a mamma Patrizia, medico chirurgo specializzata in omeopatia, e alle sorelle Cristina e Beatrice.

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Miriam Costamagna

Miriam, come si è avvicinata al teatro? «Il teatro mi ha sempre attirato. È stato obiettivo e sogno, fin da piccola. Ha preso consistenza negli anni al liceo scientifico Cocito di Alba, dove la mia insegnante di lettere, Alessandra Roggia, mi ha spronato, anche dopo la maturità, nel periodo dei provini nelle Accademie teatrali».

Per mettere in scena La fabbrica della felicità avete promosso una raccolta fondi, che scade il 21 novembre. A cosa serviranno i contributi raccolti?

«La realizzazione di uno spettacolo teatrale richiede un supporto economico di cui  non disponiamo. Per questo abbiamo chiesto aiuto. Crediamo che il crowdfunding sia un buon modo di allargare la rete dei nostri contatti e di far conoscere il nostro progetto a quante più persone possibili. Sono già stati raccolti 2.900 euro, il 72 per cento del budget necessario a mettere in scena due repliche; in cambio di un’offerta, a seconda della sua entità, ci saranno biglietti per la rappresentazione, magliette dello spettacolo, reading teatrali a disposizione del mecenate. Ogni euro è un prezioso aiuto. A tutti quanti crederanno in noi e nel teatro, grazie!».

Valeria Pelle

 

 

 

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