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Vaccini: un’estate di polemiche

Sulle vaccinazioni ora il rischio è che si verifichi il caos

ALBA È un’estate di polemiche, questa, sul tema dei vaccini, purtroppo diventato terreno di strumentalizzazione politica come non dovrebbe mai capitare alle questioni di salute. In particolare a scatenare il dibattito in questi giorni è il progetto di legge caratterizzato dalla dicitura che suona tanto ossimorica di “obbligo flessibile”: il Governo, nella persona del ministro Giulia Grillo, punta sull’obbligo come misura di emergenza qualora in una regione o anche in un comune la copertura dovesse abbassarsi al di sotto dei livelli di guardia. La preoccupazione per un intervento tardivo e per il generarsi di una situazione di copertura “a macchia di leopardo” si è presto diffusa, anche fra alcuni membri dei partiti della maggioranza.

I sette articoli che compongono il disegno di legge di Movimento 5 stelle e Lega, depositato il 7 agosto in Senato a prima firma del capogruppo dei 5 stelle Stefano Patuanelli, prevedono l’introduzione di un nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) supportato da un Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) che dovrebbe controllare semestralmente il rispetto degli obiettivi di prevenzione vaccinale di cui al Pnpv. La bozza prevede inoltre un’anagrafe nazionale vaccinale, cui spetterebbe il compito di tenere sotto controllo la situazione dei singoli e la copertura. L’obbligo per una o più vaccinazioni è previsto soltanto in caso di “emergenze sanitarie” o di “compromissione dell’immunità di gruppo”, con lo strumento di “Piani straordinari di intervento”: in caso di mancato rispetto sono previste sanzioni fino a 500 euro e divieto temporaneo di accesso a scuola.

All’atto pratico, all’inizio di luglio il Ministro della salute aveva emanato una circolare che consente l’ingresso a nidi e asili anche ai bambini sprovvisti della certificazione emessa dalle Asl, come già avviene per i bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni: sarebbe sufficiente l’autocertificazione della famiglia. Poi la situazione è ulteriormente cambiata quando il 6 agosto è passato con un emendamento al cosiddetto decreto “Mille proroghe” l’emendamento firmato da Lega e Movimento 5 stelle che rinvia al 2019-2020 l’applicazione di sanzioni per i genitori di bambini da zero a 6 anni sprovvisti di certificati vaccinali. La discussione alla Camera riprenderà dall’11 settembre, come da calendario deciso dai capigruppo: le lezioni scolastiche saranno già cominciate e non è chiaro per ora che cosa succederà.

Le reazioni: i presidi si oppongono allo slittamento delle sanzioni

Va detto che il mondo scolastico non ha preso bene queste notizie. Il 7 agosto il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli, ha inviato una lettera inviata al ministro Grillo in cui chiede un incontro urgente sul tema dello slittamento di un anno delle sanzioni, che sarà votato alla Camera solo dopo l’apertura di molte scuole. “La paventata eventualità di un differimento degli obblighi vaccinali pone enormi problemi organizzativi al sistema educativo. Non è realisticamente ipotizzabile, in particolare, l’eliminazione del rischio di contagio per i bambini impossibilitati a vaccinarsi mediante un inserimento in classi “differenziate””. Giannelli si riferisce qui a quanto dichiarato proprio da Grillo: “Insieme al Ministro dell’istruzione garantiremo a tutti i bambini immunodepressi, quelli che non possono scegliere se vaccinarsi o meno, l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale. In questo modo dando la priorità a chi non può scegliere rispetto a chi può scegliere di vaccinarsi e decide comunque di non farlo”, aprendo a una spinosa questione di suddivisione in classi diverse tra bambini.

Il presidente del sodalizio dei presidi esprime dubbi anche sull’autodichiarazione: “I media hanno inoltre veicolato il messaggio, totalmente infondato, che fa sembrare le autocertificazioni come soluzioni semplici e prive di conseguenze anche penali”. Secondo Giannelli comunque “non è possibile far prevalere la nuova circolare. Per ora ci atteniamo alla legge Lorenzin, sarà quest’ultima a essere applicata”. Il ministro dell’istruzione Massimo Bussetti in risposta ha scritto su Facebook: “A questo proposito è giusto considerare le preoccupazioni dei dirigenti scolastici, che costituiscono uno snodo fondamentale nel sistema di istruzione e formazione. Certamente la dirigenza scolastica non può essere aggravata di incombenze in materia sanitaria”.

I commenti di ordine dei medici, delle professioni infermieristiche e del collegio dei professori di pediatria

Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici Filippo Anelli, sul tema ha invece rivolto un “appello al Parlamento, perché, nelle sue decisioni, rispetti sempre la scienza e metta il Ministro della salute nelle migliori condizioni per lavorare.”

È intervenuta sul tema con una nota a firma della presidente Barbara Mangiacavalli anche la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi): “Comprendiamo le ragioni della politica – scrive Mangiacavalli – ma non possiamo giustificarle quando queste mettono a rischio la salute dei pazienti non secondo semplici affermazioni di principio, ma in base a tutte le posizioni assunte dai principali organismi nazionali e internazionali che si occupano e dettano linee guida per la tutela della salute”.

Anche i docenti di pediatria hanno manifestato il loro “no al depotenziamento dell’obbligo”: il presidente del Collegio dei professori universitari di pediatria Giuseppe Buonocore esprime un “profondo dissenso e preoccupazione per il depotenziamento dell’obbligo vaccinale che potrebbe conseguire alla possibilità di autocertificare, in base all’ultima circolare del Ministero”.

“Il cosiddetto “snellimento delle pratiche burocratiche” – dichiara Buonocore – in realtà l’autocertificazione, allenta le maglie del controllo ed aumenta il rischio che un numero crescente di bambini accedano alla comunità scolastica senza le necessarie protezioni nei confronti di malattie che possono sconvolgere la loro vita e quella delle loro famiglie.”

Di tono deciso anche il comunicato stampa della Società europea di terapia intensiva pediatrica e neonatale (Espnic), presieduta da Simon Nadel, che recita: “Non esiste una malattia per cui le moderne tecniche di terapia intensiva possano assicurare il 100% di sopravvivenza o di sopravvivenza senza sequele. Questa è la ragione per cui vaccinazioni efficaci sono così importanti”, e conclude “Ci auspichiamo che vengano attuate al più presto tutte le misure per rinforzare la diffusione delle vaccinazioni e quindi prevenire il ricorso alla terapia intensiva per i bambini colpiti da malattie a prognosi infausta che sono oggigiorno efficacemente prevenibilo grazie alle vaccinazioni stesse”.

Anche la prestigiosa Fondazione Gimbe aveva ritenuto opportuno intervenire sul tema della bagarre vaccini nei giorni scorsi, col presidente Nino Cartabellotta che aveva dichiarato come fosse evidente che “l’unico obiettivo degli emendamenti è quello di tenersi ben stretta una consistente frangia di elettori».

Va infine segnalato che un piemontese, Vittorio Demicheli, epidemiologo già vice direttore della sanità piemontese, è stato chiamato a coordinare il tavolo di esperti sulle politiche vaccinali dal Ministro della salute. Demicheli auspica un sistema di incentivi per personale sanitario, insegnanti e studenti universitari che si vaccinano, senza mettere in contrapposizione il diritto alla salute con quello allo studio.

a.r.

I vaccini raccomandati alle donne e in gravidanza

È stata pubblicata dal Ministero della salute l’8 agosto, a pochi giorni dalle morti, in Lombardia, di due neonate che avevano contratto la pertosse, la circolare riguardante i vaccini raccomandati alle donne in gravidanza: si tratta del vaccino anti-influenzale e di quelli contro difterite, tetano, pertosse (dTpa). In previsione di una gravidanza, invece, sono raccomandate alle donne in età fertile le vaccinazioni per morbillo parotite-rosolia (Mpr) e varicella. Controindicati in gravidanza i vaccini vivi attenuati – come Mpr, varicella, zoster – il vaccino antitubercolare Bcg1 e quello contro l’encefalite giapponese.

a.r.

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