La Provincia di Cuneo non adempie alla legge 68 del 1999, concernente le norme per il diritto al lavoro dei disabili, già spesso trasgredita da datori di lavoro privati che preferiscono pagare le sanzioni previste, piuttosto che assumere dipendenti con handicap. Ma questa volta a dare il cattivo esempio è un ente pubblico. «Siamo scoperti di 16 persone sulla legge 68 e di due sulle categorie protette. Ma per arrivare al totale stabilito di 51 dipendenti non ci sono i fondi. La convenzione tra la Provincia e i Centri per l’impiego per effettuare l’inserimento, in corso, dovrà essere rifatta il prossimo anno. Al momento le assunzioni sono bloccate», ammette Carla Vallauri, responsabile dell’Ufficio stampa della Provincia.
A sollevare il problema è il gruppo provinciale del Pd, pronto a esporre i dati nel prossimo Consiglio provinciale, previsto per il 9 maggio. «La violazione della norma vigente non è coerente con l’atteggiamento dell’Ente provinciale, che ogni anno, durante una manifestazione denominata Premio qualità solidale si fa carico di premiare le aziende che superano, in eccesso, la normativa vigente in termini di assunzioni di persone con disabilità, riconoscendone la sensibilità», commenta Erio Ambrosino, consigliere provinciale e assessore alle politiche sociali del Comune di Cuneo, il quale aggiunge: «La Provincia di Cuneo ha recentemente approvato una “proposta di dotazione organica” per 755 posti, ricoperti peraltro con sole 735 persone. Risultano pertanto disponibili 20 posti in organico. Chiediamo alla presidente Gianna Gancia che vengano rispettate le normative sull’assunzione del personale con disabilità e che vengano assunti i lavoratori disabili, così come previsto, anche in virtù della nuova dotazione organica che prevede proprio l’assunzione di 20 nuovi dipendenti».
Nessun commento dal Centro per l’impiego di Alba- Bra e dalle dirigenze della Provincia, a quanto pare «non legittimati a rilasciare dichiarazioni». Certo è che la legge 68 dovrebbe avere la priorità sul blocco delle assunzioni che la mancanza di fondi ha causato, al di là della soggettiva sensibilità sociale. Lo stesso ministro per la pubblica Amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta ha precisato che il blocco previsto dal decreto anticrisi non colpisce le assunzioni obbligatorie dei lavoratori disabili. «Non è prevista una proroga all’adempimento del dovere», commenta Dino Di Tullio, segretario nazionale di Sfida (Sindacato famiglie italiane diverse abilità), venuto a conoscenza della situazione della nostra Provincia. «Le convenzioni rimandate? Sono soltanto scuse, quando le priorità degli enti pubblici, che dovrebbero dare una risposta positiva, mettono da parte i diritti contro coloro che già hanno pagato un prezzo alto. Per chi ha una disabilità il lavoro significa inclusione nella società stessa». Un discorso che non fa onore alla Provincia, ma che esclude il Comune di Alba. Nella revisione annuale della pianta organica, infatti, Alba si è dimostrata irreprensibile riguardo alla percentuale di disabili impiegati. «Siamo in perfetta regola», dichiara l’assessore alle politiche familiari e sociali Mariangela Roggero Domini; «negli ultimi 3 anni sono state effettuate 4 assunzioni in base alla legge 68, che la nostraAmministrazione, così come le precedenti, non ha disatteso».
Chiara Cavalleris