Proprio nel giorno della diffusione dei risultati ottenuti dallo spazio virtuale su carta stampata e televisione, Gazzetta d’Alba approda su Facebook, il più navigato social network del mondo.
Fra le righe del Rapporto del Censis diffuso nei giorni scorsi si indovina che, se i giornali non sapranno adattarsi alle nuove tecnologie, saranno destinati al progressivo accantonamento. Una teoria che si discute da decenni, per la verità. Comunque, sentenzia oggi l’istituto di ricerca, la carta ha perso il 7 per cento di lettori in due anni e risulta esclusa dal 50 per cento dei giovani.
Le nuove generazioni per informarsi sceglierebbero i telegiornali (69,2 per cento) tanto quanto Google (65,7), Facebook (61,5) e YouTube, la piattaforma che consente a chiunque di caricare e condividere file video (tutti commentabili, dunque, più interattivi rispetto al tubo catodico).
Sono in parecchi – l’esatta metà degli italiani – a percepire la rete come«più libera e disinteressata» rispetto agli altri mezzi di comunicazione. Altrettanti ritengono che l’irreggimentazione mediatica la quale schiaccia il Paese da anni – manipolazione, filtrazione e giochi di prestigio con le informazioni a finalità politiche e no, tanto per sintetizzare – sia destinata a scemare in proporzione all’ascesa di Internet.
Basta bazzicare fra forum, blog e social network per capirlo. In cifre, si rileva come l’utenza cibernetica sia gonfiata di oltre il 6 per cento in soli due anni, attestandosi al 53,1 per cento del totale. E, se nel 2009 gli italiani che optavano per la stampa o altri media convenzionali ammontavano al 60,7 per cento, oggi la cifra retrocede al 54,4. Mentre i quotidiani tradizionali – che detengono peraltro il 47,8 per cento dell’utenza – perdono il 7 per cento di lettori tra il 2009 e il 2011, le testate on line restano stabili, attestandosi su una media del 18,2 per cento. Le proiezioni annunciano: la gente, oltre al dato informativo, ha bisogno di comparire, intervenire e confrontarsi in diretta con altri utenti.
Si tratta di un’evidenza percepita anche da Gazzetta, la quale però, a differenza dei quotidiani, non ha perso affatto lettori, puntando – già dalla carta stampata – sull’innovazione, sui contenuti e su un folto team di giovani e qualificati collaboratori. E ora si accinge alla nuova avventura sul web, che, appena iniziata, promette bene: dopo una sola settimana si è formato un seguito consistente di fan, una piccola comunità che conta già circa cinquecento persone.
Una riflessione s’impone: se la partecipazione appare un parametro, resta il tema della qualità. La moltiplicazione delle fonti sul web rende incerta la provenienza e l’attendibilità dell’informazione. Cliccando su blog, siti o social network possiamo scovare contenuti trascurati dai giornali, mal’approfondimento, la critica, lo spessore (insomma, ciò che rende incisiva una notizia) tende a confondersi nella miriade di notiziole, scarabocchi, frivolezze, leggerezze e anche inesattezze. Senza generalizzare, la carta stampata – qualora non asservita a poteri condizionanti – conserva il requisito della professionalità.
Tanto che l’informazione in rete è almomento attinta daimedia tradizionali, che hanno organizzato loro siti e contatti anche sul web. Le notizie circostanziate hanno alle spalle professionisti, così come avviene per qualsiasi altra categoria di lavoratori. La posta in gioco è il miglioramento dell’informazione, qualsiasi sia il mezzo utilizzato, dunque. E da queste parti – alla San Paolo – ne sappiamo qualcosa, visto che ne parlava, fin dal secolo scorso, don Giacomo Alberione.
Matteo Viberti
Foto S. Marcato
FACEBOOK – Nuovi spazi di partecipazione
Con l’apertura della pagina Facebook il nostro giornale incrementa la sua presenza digitale, ma non per seguire una moda. Come ha scritto il Papa, «nel mondo digitale, trasmettere informazioni significa sempre più spesso immetterle in una rete sociale, dove la conoscenza viene condivisa nell’ambito di scambi personali ».Questo, continua Benedetto XVI, «ha contribuito a una rinnovata valutazione del comunicare, considerato anzitutto comedialogo, scambio, solidarietà e creazione di relazioni positive».
In fondo è quello che Gazzetta ha sempre cercato di fare. Prima di tutto riducendo allo stretto indispensabile la cronaca nera e puntando piuttosto su tematiche sociali, approfondimenti e inchieste, per dare a tutti la possibilità di essere informati, riflettere e farsi un’idea propria. In secondo luogo con l’ampio spazio riservato alle lettere dei lettori, perché ciascuno possa esprimere il suo punto di vista, intervenire, discutere. Non che la Direzione condivida tutto quello che si scrive nelle lettere, ma volutamente i commenti sono ridotti al minimo perché i lettori stessi dialoghino tra loro. Ora Facebook permette di velocizzare questa interazione. Perché Internet, nella sua dimensione positiva, è soprattutto partecipazione.
a.riz.