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4 scolari su 100 faticano a imparare

disturbi-dell'apprendimentoA un anno esatto dall’emanazione della legge sui disturbi specifici dell’apprendimento, indicati con la sigla dsa – la legge sulle “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” è la numero 170 dell’8 ottobre 2010 – abbiamo incontrato Marina Patrini, direttrice del Servizio di neuropsichiatria infantile, per fare il punto su questi disturbi.

Dottoressa, che cosa si intende per dsa? «Negli ultimi anni, nella pratica clinica si è riscontrato un crescente numero di bambini che presentano difficoltà persistenti nell’apprendimento scolastico. La principale caratteristica di questa categoria è la sua specificità, ovvero il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo), lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale».

Qual è l’incidenza di questi disturbi? «La prevalenza media stimata raggiunge il 4 per cento della popolazione scolastica. I dsa sono il prototipo del disturbo evolutivo, dove per evolutivo si intende non solo un criterio cronologico legato nello specifico all’età evolutiva, ma che evolve e quindi si modifica nel tempo, dando all’aggettivo una connotazione anche di tipo qualitativo».

Le cause sono note? «Le neuroscienze hanno fornito in questi anni ulteriori dati rispetto all’ipotesi che questi disturbi possano nascondere una “disfunzione” neurobiologica, con conseguenti nuove aperture e indicazioni neuropsicologiche e rivisitazioni pedagogiche verso il mondo della scuola che hanno richiesto adattamenti sociali e giuridici. Sulla base delle ultime ricerche si individuano tre grandi categorie di possibili cause: bambini con deficit a livello linguistico, percettivo e attentivo, che suggeriscono protocolli mirati e la necessità di una équipe multidisciplinare per la valutazione diagnostica e la presa in carico di chi è affetto».

Come si comporta l’Asl Cn2 di fronte a questi disturbi? «Il nostro servizio, riferendosi al programma di governo clinico per i disturbi neuropsichiatrici infantili – nel capitolo dei disturbi specifici dell’apprendimento – stilato dalla Regione Piemonte, nel corso degli ultimi anni ha concentrato i propri sforzi per garantire, innanzitutto, lo sviluppo di competenze curricolari specifiche in tema di dsa: alcuni operatori scelti (neuropsichiatra infantile, logopedista, neuropsicomotricista) hanno partecipato a corsi specifici e, nell’ottica di offrire un servizio qualitativamente adeguato, lo stesso personale è invitato a mantenere un aggiornamento costante sull’argomento.

Come si può scoprire il disturbo? «In genere la possibilità che il bambino abbia un dsa viene segnalata dalle maestre alla famiglia al termine della prima elementare, anche se dei segnali possono essere presenti già prima. Se la famiglia recepisce la segnalazione, si fa fare una prescrizione dal pediatra e prenota la visita telefonando al numero 0173-31.60.75».

Qual è il disturbo più diffuso? «Prevale la dislessia, ma la letteratura segnala una significativa incidenza anche della discalculia».

I disturbi passano con il tempo? «Non passano, ma si possono mettere in atto misure compensative e dispensative che aiutano i ragazzi con dsa a compiere un percorso scolastico identico a quello di tutti gli altri, fino all’università. Il disturbo rimane però come fragilità della persona».

Come si procede? «Dopo l’inquadramento psicodiagnostico, escluse problematiche cognitive e organiche (come le facomatosi, cioè la neurofibromatosi e la sclerosi tuberosa) che devono essere seguite con percorsi diversi, è prevista una valutazione logopedica e in alcuni casi anche neuropsicomotoria. Ne segue un incontro con i genitori in cui si condividono gli obiettivi della presa in carico».

Come viene trattato il disturbo? «Può essere diretto, cioè con sedute logopediche o neuropsicomotorie individuali o in piccoli gruppi, o indiretto, con la programmazione di sedute di orientamento alla famiglia e alla scuola per facilitare la continuità terapeutica. La proposta riabilitativa dipende dalle necessità specifiche del bambino. È da segnalare la collaborazione con il centro di riabilitazione Ferrero».

a.r.

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