55 anni con le Luigine

15 ottobre, le suore Luigine festeggiano il cinquantacinquesimo anno di presenza e attività a Monforte. «Ci sono stati momenti difficili, ma li abbiamo affrontati con in cuore la gioia e la dedizione proprie di coloro che hanno dedicato la vita al servizio dei poveri e dei bisognosi, come voleva il fondatore del nostro Ordine». A parlare è suor Riccarda, a Monforte da 43 anni, la seconda Luigina che ancora vive e opera in paese, insieme a suor Enrichetta, che di anni ne ha 91.

Con lei ricostruiamo i 55 anni di attività del suo Ordine religioso a Monforte, dove le Luigine giunsero nel 1951, per prestare il loro operato all’Opera pia Boeri, nel centro storico, con le orfane. Tra quel gruppo di suore c’era già Adriana Aimasso, nativa di Magliano Alfieri, che a Monforte trascorrerà la maggior parte della sua vita dedicandosi ai bisognosi. Nel 1956 la casa viene chiusa, ma pochi anni dopo, nella stessa sede, apre la scuola medicopsicopedagogica, la prima della provincia di Cuneo, nata per accogliere ragazzi in difficoltà, con famiglie disagiate alle spalle.

Ad aiutare suor Adriana ci sono altre Luigine, tra le quali suor Riccarda Borrini e suor Enrichetta Peisino, ancora oggi residenti a Monforte. «Il lavoro era faticoso e impegnativo, ma eravamo giovani e nulla ci spaventava», ricorda suor Riccarda. La scuola funziona fino al 1976, ospitando circa 150 allievi.

La missione delle Luigine si rivolge soprattutto alla parrocchia con tutte le attività connesse, dalla catechesi alla visita ai malati, ma le suore si dedicano anche ai bambini della materna, all’oratorio e agli anziani. I primi nonni bisognosi di cure vengono ospitati nella casa dell’Opera pia Boeri, nell’anno in cui la scuola chiude. Presto si fa impellente la necessità di una nuova struttura. Solo due anni dopo, nel 1978 viene esposto in chiesa il progetto per la nuova residenza. Sono le basi che porteranno alla realizzazione della Residenza Don Carlo Ocole, intitolata al parroco che la fondò. Il 29 ottobre 1982 è giorno di trasloco. «Don Carlo avvisa di prepararci per la discesa. Si teme che nevichi, bisogna sbrigarsi», scriverà poi suor Adriana, ricordando quei momenti. Per le Luigine ha inizio una nuova avventura. «La nuova casa è molto bella, comoda e ampia; bisogna cambiare tante cose e ricominciare daccapo, ma grazie a Dio e alla popolazione la casa è realtà », ricorderà la suora che per la casa divenne subito un punto di riferimento, così come le altre Luigine.

Suor Adriana si spende per il prossimo fino all’ultimo, nonostante la malattia che l’aveva colpita rendesse tutto sempre più difficoltoso. Muore nel 2009, dopo 20 anni di malattia. A raccogliere la sua eredità ci sono suor Riccarda e suor Enrichetta, la cui presenza ancora oggi per gli anziani della residenza rappresenta un punto fermo. Di suor Adriana proseguono l’operato, pensando spesso a lei con affetto. «Il vuoto che ha lasciato è immenso, ma la sentiamo vicina e pronta ad aiutarci come e più di quando era in mezzo a noi», dice suor Riccarda. Tutti la ricordano come la “suora del grazie”, sempre riconoscente verso chiunque, mai avara di parole benevole.

Elisa Pira

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