«Insieme, Chiesa e famiglie»

Mons_Giacomo_LanzettiVi è forse capitata tra le mani la mia lettera pastorale. Probabilmente ne avete sentito parlare. Vorrei, con semplicità, mettervi al corrente delle intenzioni che l’hanno originata e di qualche suo aspetto di interesse immediato. Le motivazioni si radicano nella responsabilità che porto nei confronti della Chiesa diocesana, la grande famiglia dei credenti che vivono nelle nostre terre. Sento il mio ministero come una paternità che mi spinge a sollecitare da parte di tutti i fedeli una più matura coerenza ai valori della fede, specie in un tempo, come quello che viviamo, che le si presenta con caratteri di osticità e di indifferenza dalla portata forse inedita.

Sappiamo per esperienza – nelle famiglie e nelle parrocchie – che non possiamo più contare su un clima culturale e su condizionamenti sociali che in passato hanno facilitato la trasmissione della pratica religiosa da una generazione all’altra. Inoltre questa situazione si coniuga con una più generale “emergenza educativa”, la quale mette a dura prova tutte le agenzie e le persone che vi si dedicano, con esiti di sbandamento e sradicamento giovanile che non possono non preoccupare.

Si è rivelato perciò indispensabile convocare la responsabilità di tutti coloro che hanno a cuore la sorte delle nuove generazioni – in particolare “Chiesa e famiglie” (è il primo binomio attorno a cui è impostata la lettera) – perché mettano in comune le migliori energie al fine di trasformare la crisi e le sfide attuali in opportunità di “crescere insieme” (è l’obiettivo ottimistico e possibile che viene additato all’impegno di tutti).

Per fare ciò occorre non avere paura di guardare ai problemi che incombono, non esitando anche a riconoscere errori e inefficienze, senza con ciò sminuire la gran mole di bene che è presente tra la nostra gente e che ha consentito a un ragguardevole patrimonio umano e di fede di giungere fino a noi e di dare senso e valore a tante vite. Assodata l’inutilità di atteggiamenti di sterile rimpianto e peggio di resa, ci aspettano anni di forte impegno, a cominciare da questo e dal prossimo, in cui parrocchie e famiglie sono invitate a sperimentare nuove forme di collaborazione per declinare “educazione ed evangelizzazione” (è l’altro binomio che innerva tutta la lettera).

A partire dai primi anni di vita dei bambini in cui i genitori, non più soli ma in gruppo, possano rispondere con strumenti adeguati ai loro compiti di educazione anche alla fede, e le parrocchie attuare una (per ora quasi del tutto carente) pastorale pre e post battesimale e che copra gli anni che precedono l’ingresso nella scuola materna ed elementare. Parimenti il catechismo dei ragazzi non dovrà limitarsi a ripetersi con modalità che manifestano scarsa capacità di incidere e formare in vista delle successive tappe della vita cristiana e pertanto non potrà più fare a meno di coinvolgere con continuità e metodo i genitori. In questo contesto la preghiera serale in famiglia, specie nei periodi forti dell’anno liturgico, si presenta come opportunità che non deve essere elusa.

Si tratta di attenzioni e iniziative che si propongono di introdurre nella vita della nostra Chiesa un dinamismo e delle sinergie che nell’anno successivo, proclamato dal Papa “anno della fede”, ci aprano a un’ulteriore, duplice meta: da una parte l’incremento e la generalizzazione del rinnovamento della catechesi per tutte le età, dall’altra la proposta ai laici più sensibili e volenterosi di itinerari di spiritualità e teologia che consentano loro di maturare nella fede, in modo da poterne vivere le implicazioni dentro e fuori la Chiesa – specie in famiglia, nella società, nella professione – in modalità adeguate all’età e ai tempi.

Negli anni successivi l’impegno di rinnovamento pastorale, senza trascurare l’evangelizzazione ordinaria e sulla base delle sperimentazioni via via realizzate, sarà focalizzato su altri aspetti della vita di fede, già enunciati a grandi linee, mache recepiranno eventuali indicazioni che potranno essere proposte dal Papa o dalla Cei. In altre parole, quella che presento è una “lettera aperta”, che non solo mira alla “pastorale del possibile”, ma che, precisandosi di anno in anno, intende promuovere l’attenzione ai “segni dei tempi” e la disponibilità a un servizio al Vangelo e agli uomini più puntuale e coraggioso.

Come vedete non si tratta di rivoluzionare parrocchie e famiglie, ma di promuovere più efficacemente le loro responsabilità e potenzialità, per non rinunciare a vivere la nostra esistenza – umana e di fede – come risposta alla vocazione e alla fiducia del Signore. Il suo Spirito è all’azione nel cuore di ogni uomo e altro non chiede che di poter aprire a ciascuno, anche con il nostro contributo, gli orizzonti della “vita buona del Vangelo” (che è il titolo degli orientamenti pastorali dei vescovi italiani, che hanno ispirato anche la mia lettera).

A Lui, e a ciascuno di voi, affido di cuore e con fiducia questi miei intendimenti e progetti, assicurandovi che i miei collaboratori e gli uffici della Diocesi sono a disposizione e in attività perché possano realizzarsi a comune vantaggio della nostra comunità diocesana e della società nella quale essa vive e di cui condivide problemi e responsabilità.

+ Giacomo Lanzetti, vescovo

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