Icardi: i primi sei mesi in Municipio

Dopo i primi 175 giorni da sindaco, Luigi Icardi ci racconta il suo “debutto” rispondendo a nove domande.

Un consigliere provinciale che diventa sindaco: come è cambiata la sua vita?

«È cambiata molto. L’elezione a consigliere provinciale ha rappresentato per me l’esordio in politica, una sorta di battesimo del fuoco che in un certo senso ha stravolto le mie abitudini quotidiane e professionali. Ora, da sindaco di Santo Stefano, il cambiamento è stato ancora più traumatico: i veri momenti di libertà sono sempre meno. Essere amministratore di un paese significa essere sempre pronto a fronteggiare qualsiasi situazione: dalle emergenze alla normale gestione. Sono però “fatiche” che appagano: poter concorrere alla crescita e allo sviluppo del tuo paese dà grande soddisfazione e contribuisce a incrementare l’impegno che il nostro gruppo ha promesso ai cittadini».

Cosa l’ha scoraggiatamaggiormente appena entrato inComunee cosa invece l’ha sorpresa positivamente?

«Per il mio impiego di dirigente all’Asl ero già abbastanza avvezzo ai tempi e ai modi della pubblica Amministrazione. Per un profano abituato alla gestione privata credo che l’approccio al pubblico sia traumatico. Un Comune per fare qualcosa deve inderogabilmente rispettare alcuni passaggi burocratici. Mi sono, invece, stupito di quanto lavoro ci sia da sbrigare quotidianamente in ufficio, dovendo ogni giorno fare i conti con nuove norme, vincoli e obblighi che magari sconfessano i precedenti o, comunque, modificano iter e percorsi già istituzionalizzati e compresi da tempo. Tutto questo fa del lavoro in Comune qualcosa di molto delicato, che va svolto con cura e responsabilità».

Come sta Santo Stefano Belbo?

«Bene, grazie (ride, nda). Ho trovato un Comune sano dal punto di vista economico e determinato a proseguire su una strada fatta di sviluppo, crescita e progresso. Santo Stefano ha tante potenzialità dal punto di vista economico, culturale e turistico. Ottimizzare la gestione di tutti questi aspetti e creare le condizioni necessarie a un continuo incremento dell’indotto sarà il nostroimpegno e la nostra promessa».

Quali sono stati i primi interventi che la sua Giunta ha preso in esame?

«Abbiamo iniziato immediatamente a lavorare, in parte per portare a termine e proseguire quanto già impostato, in parte per poggiare le basi per la realizzazione dei nostri progetti».

Alla luce dei primi Consigli comunali, come trova il rapporto con l’opposizione?

«La dialettica è sempre importante, ma dev’essere costruttiva e volta al bene del paese. Le polemiche strumentali o politiche non servono a nessuno, fanno perdere tempo e non sono utili ai cittadini e a Santo Stefano».

La sua squadra è solida?

«Siamo un bel gruppo, unito, con tanta voglia di fare e di lavorare in sintonia. Se nasceranno problematiche interne, si faranno scelte sempre per il bene del paese e mai per soddisfare interessi personali o favorire qualcuno. La squadra deve avere sempre obiettivi condivisi e remare nella stessa direzione, altrimenti non si va da nessuna parte».

Com’è il rapporto coi dipendenti comunali?

«Fanno un grande lavoro. Stanno dietro le quinte e per questo sono meno in vista degli amministratori; però è attraverso di loro che si compiono le indicazioni della maggioranza. All’inizio c’è sempre un po’ di diffidenza,maalla fine ci si rende conto che la professionalità è alta e qualificata. Anche loro sono un’ottima squadra».

La vostra è una lista civica, ma con una forte impronta politica: qual è il modo migliore per aiutare lo sviluppo e la crescita di un paese da sempre considerato ai margini della vita politica provinciale, regionale e quindi centrale?

«Ilmodo migliore per aiutare Santo Stefano Belbo attraverso la politica è quello di non farcela entrare. Sono stato eletto consigliere provinciale per la Lega nord, ma per il mio paese ho costruito una lista civica, fatta da persone per bene e di buon senso, che amano il loro Comune e sono pronte a lavorare sodo per esso. Il consenso si ottiene con umiltà e col lavoro onesto e libero da condizionamenti: solo in questo modo ci possiamoavvicinare ai poteri centrali e farci notare, non con arroganza, ma con l’umiltà degli ultimi arrivati che però hanno una gran voglia di fare il bene del paese in cui vivono».

Si ricandiderebbe?

«No! Sto scherzando, ovviamente. L’impegno è gravoso, ma anche affascinante e importante; quindi scelgo di rifarlo ogni mattina. Entrando in Municipio mi sento orgoglioso e onorato di essere il sindaco di Santo Stefano».

Fabio Gallina

Banner Gazzetta d'Alba