In primavera (la data non è ancora stata stabilita) gli abitanti del piccolo paese dell’alta Langa saranno chiamati alle urne per eleggere sindaco e Consiglio comunale, ma negli uffici del Municipio si attende di capire come sarà formata la nuova Amministrazione di Cissone. I dubbi ruotano attorno all’ormai celebre articolo 16 della manovra estiva, quello che prevede un massiccio riordino degli enti locali, in particolare i piccoli Comuni. In pratica non si sa ancora quanti saranno i componenti del prossimo Consiglio comunale di Cissone e se ci sarà o meno la Giunta ad affiancare il sindaco.
Per cercare di capirne di più il segretario comunale Agata Magorda ha chiesto chiarimenti al Ministero dell’interno e alla Prefettura ed è in attesa di risposte. Anche il sindaco Eugenio Baudana conferma i dubbi del dirigente comunale. «La situazione è poco chiara e non abbiamo ancora informazioni precise. Al momento non sappiamo nulla», afferma il primo cittadino che, essendo giunto al termine del secondo mandato, non può ricandidarsi alla carica di sindaco.
Secondo una tabella dell’Anci (aggiornata al 2 gennaio) relativa all’applicazione della manovra ai piccoli Comuni, nei paesi fino a mille abitanti chiamati alle urne a partire da quest’anno, il Consiglio sarà formato da sei persone più il sindaco, senza vicesindaco e Giunta. Se così fosse, Cissone avrebbe tra qualche mese un Consiglio comunale dimezzato, passando dagli attuali 12 consiglieri (quelli previsti nel 2007, quando il paese andò alle urne) ai 6 fissati dalla manovra dell’estate scorsa.
In effetti il comma 17 dell’articolo 16 prevede che «a decorrere dal primo rinnovo di ciascun Consiglio comunale successivo all’entrata in vigore della legge, per i Comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti il Consiglio è composto oltre che dal sindaco, da sei consiglieri». Quindi, sembra tutto evidente: la nuova Amministrazione di Cissone avrà sei consiglieri e nessun assessore.
Non mancano però i dubbi interpretativi. Non è chiaro infatti se il comma 17 relativo al numero dei consiglieri debba essere letto autonomamente rispetto al resto dell’articolo 16 o è collegato alla messa in pratica di tutti gli adempimenti previsti dall’articolo stesso, ossia la gestione in forma associata di tutti i servizi comunali. E a questo proposito, la scorsa settimana le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno approvato un emendamento dei deputati del Pd Lovelli e Fiorio che proroga di nove mesi le disposizioni previste dell’articolo 16. Se così fosse, alle elezioni primaverili potrebbe anche non scattare ancora la riduzione dei consiglieri a sei. In questo caso si voterebbe ancora con la norma applicata alle elezioni dell’anno scorso, con Consigli comunali composti da nove membri più il sindaco (e Giunta formata da tre assessori).
Corrado Olocco