Parliamo con il sindaco di Alba, Maurizio Marello, per capire che cosa ne sarà, nel 2012, di alcuni settori. Cominciamo dai trasporti pubblici.
Come sarà il 2012 degli albesi, Marello?
«Annunciare miglioramenti sarebbe azzardato. La Regione (che è competente per la gestione e il finanziamento del servizio) ha annunciato tagli del 15 per cento per il trasporto su gomma e del 10 per quello su ferro. Tutto ciò accompagnato da un aumento delle tariffe del 12 e 6 per cento. Gli uffici analizzeranno i dati che il consorzio Granda bus ha elaborato sulla base delle percorrenze e delle frequenze di ciascuna linea: il fine è razionalizzare gli orari, conseguendo un risparmio che consentirà il raggiungimento degli obiettivi di risparmio e l’ottimizzazione del servizio. Si vogliono introdurre nuove corse verso corso Nino Bixio e a Mussotto. Per quanto concerne il trasporto ferroviario, si continuerà ad assistere i pendolari nelle loro richieste e si cercherà di sollecitare le sedi competenti, affinché venga ultimata la manutenzione della galleria Ghersi e riaperta la linea per Neive».
Politiche sociali
Le ultime manovre hanno tagliato i fondi. Che fare?
«Vorrei saper rispondere. Soprattutto, vorrei poter dire che nessuno dei servizi forniti dal Consorzio socio-assistenziale per conto dei Comuni subirà riduzioni. Purtroppo, posso solo esprimere la mia grave preoccupazione. Al momento, se non interverranno modifiche, risulta valida la decisione del Governo Berlusconi di non rifinanziare il fondo in favore della non autosufficienza. E questo apre prospettive drammatiche. Aggiungiamo la sforbiciata della Regione al “fondo indistinto”, operazione iniziata nel 2010 con i tagli ai fondi comunali da destinarsi al Consorzio e ad altri servizi. Il Comune è già impegnato in uno sforzo eccezionale. La speranza è che non ci scarichino addosso l’onere di espletare funzioni aggiuntive, come quelle di competenza consortile, che Stato e Regione non intendono sostenere».
Crede che il Governo di Mario Monti potrà riuscirea farci uscire dalla crisi?
«Con tutto il critico disincanto che è necessario, guardo con fiducia a questo Governo. Riuscirà a farci uscire dalla crisi? Ci spero, anche perché se cadesse questa speranza non vedo dove potremmo rivolgerci. Il “pasticcio” in cui l’Italia è stata cacciata è talmente grande da non rendere ipotizzabile che possa rimediarlo chi prima lo ha creato e poi ce ne ha deliberatamente nascosto le dimensioni. I punti di forza del Governo Monti li vedo nella credibilità di chi lo presiede e dei suoi ministri. Ormai tutti gli italiani hanno compreso la drammaticità della situazione in cui ci troviamo e sono disposti a collaborare con chi tenta di tirarcene fuori. Infine, Monti non è alla ricerca di facili consensi. E questo è un elemento di forza. La prima debolezza di Monti è, invece, di essere “figlio di nessuno”. Nessuno è disposto a sostenerlo fino in fondo nelle sue scelte più difficili. Ma nessuno è disposto a mandarlo a casa. Difficoltà notevoli potrebbero derivare al Premier dall’aver ereditato una coesione sociale fragilissima, di cui nessuno si è curato».
Come dovrebbero comportarsi i cittadini?
«Credo che tutti dovremmo cercare di usare la nostra capacità di giudizio, senza cedere il cervello all’ammasso e senza lasciarci abbindolare da “pifferai magici”. Dovremmo far sentire una voce vigile e attenta, ma in positivo, pensando al bene comune. Non ci sarà chi si salva e chi viene sommerso. Ci salveremo o affogheremo insieme. Il nostro è un grande popolo, che nelle difficoltà ha sempre saputo esprimere il meglio. Perché non credere che questo sia ancora possibile?».
Matteo Viberti
Foto Marcato