Centrale a biogas di Ceresole: c’è chi dice no

Si è svolto il secondo incontro pubblico sul tema biogas organizzato dai gruppi consiliari di maggioranza e minoranza in collaborazione con Legambiente. I relatori hanno ripercorso i temi affrontati nel primo incontro di martedì 10 aprile, illustrando anche le osservazioni e richieste di integrazioni avanzate dalla Conferenza dei servizi, riunitasi in Provincia giovedì 12 aprile.

Sono intervenuti il sindaco Bruno Lovera, il Comitato ceresolese per la tutela dell’ambiente, Slow Food Italia, per Legambiente Gian Piero Godio, Primo Penone e Nadia Virtuoso, la consulente del comitato No biogas-Biovis Marisa Peano.
«In seguito all’interesse rilevato nel primo incontro», ha commentato Nadia Virtuoso, «ne abbiamo indetto un secondo per rispondere agli interrogativi emersi». La maggioranza ha ribadito la propria contrarietà alla realizzazione del progetto della ditta torinese, a causa dell’inadeguatezza della rete viaria locale a sostenere il previsto aumento del traffico e per la sua mancata coerenza con il Piano regolatore.

«Da quanto abbiamo riscontrato in occasione di un incontro informale con i cittadini dei Borretti», informa Margherita Demichelis della minoranza, «essi manifestano molti dubbi su quest’impianto a biogas». Dubbi sintetizzati nei cartelli affissi nella zona, che recitano: No biogas. Ma, nonostante le chiare manifestazioni di dissenso, è stato difficile ottenere dichiarazioni dagli abitanti della zona. Tra i molti interpellati, uno – che preferisce restare anonimo – ha commentato: «Un impianto basta e avanza. Le case della borgata perderebbero di valore: chi vorrebbe vivere con il rumore del motore dell’impianto come sottofondo, i fumi e un via vai continuo di camion e trattori? Se si renderà necessario farci tutelare da un legale, non esiteremo a farlo».

Una mamma ha assicurato di essere pronta a vendere la casa e trasferirsi per tutelare la salute dei figli: «Ho scelto di vivere a Ceresole perché mi piaceva il paese e la sua posizione ma, se verrà costruito l’impianto, traslocherò. Mi preoccupa la paura degli abitanti di parlare e opporsi al progetto».

Alannah Doglio

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