Ultime notizie

Vivere SENZA la CASA

vivere senza casa

ABITAZIONE La crisi economica pare una malattia: può colpire in modo lieve, costringendo le famiglie a rinunciare ai beni di consumo secondari oppure toccando necessità primarie, il cibo e la casa. Si parla in questo caso di un male che in Italia nel 2010 ha contagiato 65.489 famiglie in attesa di sfratto per morosità, cioè per mancato pagamento della pigione: il 61,7 per cento in più rispetto al 2001. Gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’Ufficiale giudiziario, cioè l’effettiva riscossione della dimora, invece sono passati da 20.608 a 29.825 (+44,7 per cento).

Secondo i dati Cgia (Confederazione degli artigiani) di Mestre, nel Nord-Ovest si è registrato un aumento degli sfratti del 150,6 per cento rispetto al 2001, numeri che fanno riflettere: solo in Piemonte, per morosità, sono state sottratte 5.524 case. La nostra regione occupa il quarto posto nella classifica, dopo Lombardia (12.511 sfratti), Emilia-Romagna (6.566) e Lazio (5.769). Nonostante il decreto “Milleproroghe”, che sposta la scadenza dello sfratto a fine 2012, la situazione non sembra mutare. Per beneficiare del rinvio occorre far parte di un nucleo familiare con reddito non superiore ai 27 mila euro lordi annui, con un figlio, un anziano o un portatore di handicap a carico.

Nemmeno Alba è risparmiata dalla drammaticità della situazione. Gli alloggi sfitti sono numerosi, ma i proprietari temono i morosi. A febbraio Gazzetta intervistava Roberto Giachino, presidente del consorzio socio assistenziale Alba, Langhe e Roero su quella che si profilava come emergenza. Ecco che cosa ci dice oggi.

Quanti sfratti ci sono stati quest’anno nell’albese, presidente Giachino? «Da gennaio a maggio gli sfratti hanno colpito 8 nuclei familiari, di cui 6 residenti ad Alba. In tutto sono 44 persone senza una dimora fissa, di cui 26 minorenni. Se poi si aggiungono i casi di sfratto risalenti al 2011 il bilancio si fa ancor più preoccupante: 9 famiglie (31 persone) sono sistemate in comunità o in case-famiglia, ma non potranno rimanerci per lungo tempo. Sappiamo inoltre che due mamme senza marito e con un bambino saranno sfrattate e le case famiglia potranno ospitarle solo per un breve lasso di tempo. 17 senzatetto, inoltre, sono attualmente ospitati da idonee strutture».

In che modo le autorità politico-amministrative stanno supportandovi? «Il Comune di Alba ha già stanziato 24 mila euro aggiuntivi per l’emergenza abitativa. Ma si tratta di una cifra esigua. Basti pensare che il Consorzio ha speso 54 mila euro in cinque mesi per fronteggiare gli sfratti. Presto i fondi si esauriranno. La Regione ha proposto di agire sulle quote d’iscrizione dei ricoveri (comunità e case famiglia), ma si tratta di un circolo vizioso: il denaro che le comunità perderebbero sarebbe risarcito dal Consorzio e si riparte daccapo».

C’è speranza? «Nonostante vi siano molti alloggi sfitti in città, i proprietari non si fidano, temendo morosità. Per questo è nata l’agenzia per le locazioni LocAlba. Le famiglie con reddito basso possono beneficiare di un aiuto fino a 1.500 euro e chi affitta godere di incentivi fiscali. Per informazioni è possibile rivolgersi al Consorzio (via Armando Diaz 8)».

Marco Viberti

LA STORIA Il disagio continua

A febbraio I.M. denunciava a Gazzetta la sua condizione di vita: dopo avere trascorso l’inverno a -20 gradi in una baracca del parco del Tanaro, il tunisino (italiano da vent’anni) chiedeva maggiori diritti. A quattro mesi di distanza la situazione non è mutata e, nonostante il caldo estivo conceda di dormire all’aperto, occorre porre rimedio.

«Lavoro tre giorni a settimana, quando mi va di lusso», racconta oggi I.M. «Eppure, riuscirei a permettermi un affitto, aiutato da alcuni conoscenti. Ma i proprietari non si fidano. E nemmeno le autorità mi stanno aiutando. Mi è stato detto di attendere e di sperare. Vedo ogni giorno lavori su strade, edifici e rotonde, ma nessuno si preoccupa di trovare un tetto a chi è senza».

Spiega il presidente del Consorzio socio-assistenziale Roberto Giachino: «La situazione di I.M è critica. Non si riesce a trovare una sistemazione. Mancano i fondi e chi affitta non è disposto a rischiare, mentre le comunità possono ospitare solo per un breve lasso di tempo i bisognosi. Si attendono provvedimenti che ci concedano di investire sulle emergenze».

mar.vi.

foto Corbis

Banner Gazzetta d'Alba