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Il Piemonte non illude

Il trasformista Arturo Brachetti

L’INTERVISTA Arturo Brachetti “appare” a Torino, città magica per eccellenza, nel 1957, ma la sua carriera comincia a Parigi, dove, come unico trasformista al mondo, reinventa e riporta in auge l’arte dimenticata di Leopoldo Fregoli, diventando per anni l’attrazione di punta del Paradis latin. Da qui in poi la sua carriera è inarrestabile, in un crescendo che lo afferma come uno dei pochi artisti italiani di livello internazionale. Le sue tournée lo vedono esibirsi ai quattro angoli del pianeta, davanti alla Regina d’Inghilterra come al Presidente della Repubblica francese, in diverse lingue e in centinaia di teatri nel mondo: nei suoi spettacolo, Arturo fa “sold out” a Shanghai, Hollywood, Londra, Tokyo, New York. Brachetti è oggi il più grande attore-trasformista al mondo, con una “galleria” di oltre 350 personaggi. Nel suo one-man-show è capace di interpretare fino a 100 soggetti diversi, cambiando anima e vestito in pochissimi secondi. Il suo ultimo spettacolo, in tournée internazionale ormai da anni, è stato visto da oltre 2 milioni di persone. Gazzetta lo ha intervistato.

Il trasformista Arturo Brachetti

Da piemontese promozionerà il Piemonte, Arturo. Perché lo farà gratuitamente?   «Sono orgoglioso del nostro Paese, che vanta storia, arte e cultura senza pari. Di più, sono orgogliosamente piemontese e torinese. Nell’ultimo decennio Torino è cambiata radicalmente, scoprendo le sue radici artistiche, culturali e la capacità di accoglienza. Tutto il Piemonte sta vivendo una sorta di rinascimento: fino a pochi anni addietro nessuno pensava di comprare casa o visitare la provincia di Cuneo, ora si fa a gara a “gustare” le sue atmosfere, l’enogastronomia e il ricco patrimonio culturale. Nei miei tour per il mondo mi capita spesso di parlare di Piemonte, di Alba, di vino, di tartufi e di Nutella. Così ho deciso di dare una mano a quanti, a livello istituzionale, stanno facendo il medesimo sforzo».

Che cosa vuol dire per lei Piemonte? «Il Piemonte è una terra dalle mille suggestioni, multicolore in inverno, estate, primavera, autunno. È una terra ricca di arte, cultura, laboriosità, buon senso. Il Piemonte è onesto, orgoglioso, organizzato e oggi – forse dopo l’avventura delle olimpiadi – si è scoperto anche ospitale. I piemontesi hanno bon ton, hanno respirato l’aria della Corte sabauda, sanno muoversi naturalmente in maniera regale».

Il Tartufo bianco d’Alba può essere un ambasciatore del Piemonte nel mondo? «Il tartufo è mistero, è ricchezza, è profumo: è un’immagine molto accattivante per presentare il Piemonte».

 Che cosa rappresenta per lei don Silvio Mantelli, il mago Sales?  «L’ho conosciuto in seminario a 14 anni. A quel tempo i miei genitori intendevano “obbligarmi” a socializzare. Ero un ragazzino timido, con velleità artistiche. Passavo buona parte del pomeriggio con don Silvio, a preparare giochi di prestigio e travestimenti – dapprima una maschera per uscire dal mio carattere – , che mettevo in scena da solo, poi un lavoro. Attraverso i giochi di prestigio il brutto anatroccolo imparava a diventare un cigno, a uscire allo scoperto. Quando nel 1978 sono andato a Parigi ero l’unico trasformista al mondo. Leopoldo Fregoli non aveva lasciato eredi».

 Come nascono i suoi travestimenti?  «Ogni notte mi diverto per alcune ore a inventare».

 Che cosa cambierebbe del nostro Paese?  «All’italiano medio manca l’educazione civica, l’idea del bene comune. Inoltre, il Bel Paese è il regno dei “furbetti”di tutti i livelli, dalla politica alla vita quotidiana».

 È questa la nostra immagine all’estero?  «Esattamente. Ci considerano maneggioni. Spero che sapremo cambiare».

 Con Mario Monti le cose non sono mutate?  «Moltissimo! Con Silvio Berlusconi al Governo eravamo presi di mira; il Premier aveva una gran brutta immagine, forse immeritata. Ora è diverso».

 Vorrebbe venire ad Alba?  «Certamente mi piacerebbe tornare. Vi sono stato la prima volta nel 1985».

Maria Grazia Olivero

TRASFORMISTA PER AMORE  DEI SABAUDI

Il 17 luglio, durante una pausa della sua tournée in Nord America, Arturo Brachetti sarà protagonista della “serata Piemonte” dedicata al pubblico newyorkese, affiancato dalla cucina stellata dello chef Massimo Camia della Locanda nel Borgo Antico di Barolo e dai vini delle Langhe, offerti dalle cantine Ceretto e Borgogno. L’evento è stato organizzato dalla Regione in collaborazione con Enit, Ceipiemonte e le Atl di Torino e di Langhe e Roero, e vedrà un primo momento nella sede Enit del Rockfeller center e poi la cena piemontese al ristorante SD26 – 19 East 26th Street. A New York verranno proiettati anche gli spot su Torino e le Langhe, ai quali Brachetti ha prestato il proprio volto, “trasformandosi” in un testimonial d’eccezione della terra in cui è nato e vive. Brachetti sarà trifolao con il Bianco d’Alba, sommelier e chef, ma anche Aida nel cuore del Museo egizio e Fellini nel Museo del cinema. E poi ancora Cavour per il Museo del Risorgimento e patriottica Italia dentro le Ogr. Al Museo dell’automobile Brachetti si trasformerà invece in pilota e in Casanova alla Reggia di Venaria, poi nei girasoli di Van Gogh per la Torino dell’arte contemporanea e, infine, sarà mimo per le piazze di Torino.

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