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Il Tribunale di Alba destinato alla soppressione

Alla fine tutte le proteste e le mobilitazioni si sono rivelate inutili. Alba perderà il suo Tribunale. A decretarlo il ministro della giustizia Paola Severino, che giovedì scorso, con il piglio deciso che ha contraddistinto il suo operato, ha cancellato con un tratto di penna 37 tribunali minori, 220 sedi distaccate e 38 procure. La bozza di decreto legislativo approvata dal Consiglio dei ministri prevede infatti che tutti i tribunali subprovinciali vengano accorpati al palazzo di giustizia del capoluogo di provincia o del distretto giudiziario.

Per la Granda questo significa la sopravvivenza di un solo tribunale, quello di Cuneo, con la conseguente chiusura di quelli di Mondovì, Saluzzo (che saranno assorbiti dal palazzo di giustizia di piazza Galimberti) e di Alba, destinato ad andare con Asti. Nello stesso tempo scompaiono la sede distaccata di Bra e anche i giudici di pace di Bra, Canale e Santo Stefano Belbo, riuniti ad Alba.

È evidente che ora tutti protesteranno, dai sindaci agli avvocati, dai magistrati ai dipendenti dell’Amministrazione giudiziaria, arrabbiati contro quella che è stata definita da più parti una «rottamazione della giustizia». Ma Severino pare intenzionata a tirare dritto e rivoluzionare una geografia giudiziaria risalente all’Ottocento.

Il decreto legislativo dovrà comunque passare in Commissione giustizia alla Camera per un parere consultivo. Relatore del provvedimento in tale sede sarà il deputato monregalese del Pdl Enrico Costa. Questo passaggio alimenta ancora qualche speranza, come conferma il presidente degli avvocati albesi Gian Carlo Bongioanni: «Credo che ci sia ancora possibilità di trattare in Commissione. La questione è ancora tutta da definire».

«Non posso nascondere la delusione per un deliberato che sembra non tenere in alcun conto la rilevanza socio-economica della nostra area e le attese dei cittadini», commenta invece il sindaco Maurizio Marello, che annuncia: «Nei prossimi giorni procederemo a manifestare in modi diversi la nostra protesta, che si unisce a quella di tanti altri territori italiani». Nel frattempo, però, qualche buontempone ha già affisso in tribunale un annuncio che recita: «Palazzo di giustizia affittasi».

Roberto Buffa

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