Prestiti per pagare i debiti

Gli istituti di credito internazionali sono giudicati da molti i responsabili dell’innesco della crisi. Oggi le banche sono caute nel concedere mutui “facili”, ma le richieste sono lievitate. Serve recuperare liquidità, non importa come. Una trappola che coinvolge soprattutto i giovani. In Italia, sul totale delle domande di prestito, quelle effettuate da persone di età compresa tra i 18 e i 30 anni sono passate dal 9 per cento del secondo semestre 2011 al 18 del primo semestre 2012: è quanto emerge dall’ultimo studio appena realizzato dall’Osservatorio Supermoney.

Sulle tipologie di prestiti emerge il “desiderio di progettare” che trascende i beni di consumo superflui. Al primo posto, nel primo semestre 2012, troviamo le richieste di prestiti per ottenere denaro utile a realizzare “sogni” (53,3 per cento): dal finanziamento degli studi ai viaggi, dall’acquisto di computer e altri device tecnologici, fino alla realizzazione di un progetto lavorativo. Il 17,2 per cento delle richieste invece ha come finalità la ristrutturazione della casa e l’acquisto di mobili. «Si tratta di una tendenza che si può almeno in parte spiegare con la maggiore difficoltà, per i giovani, a ottenere mutui ipotecari, per l’assenza di forti garanzie», spiega Andrea Manfredi, amministratore delegato di Supermoney.

Il dato è in preoccupante aumento rispetto al 2011 (+3 per cento). Lievitano pure le richieste di prestito per l’acquisto dell’auto, che sono passate dal 6,5 per cento del 2011 al 12,2 del 2012. Infine, aumentano i prestiti per il consolidamento dei debiti, che nel primo semestre 2012 sono stati il 10,3 per cento del totale (contro il 4 per cento del secondo semestre 2011).

Nei primi sei mesi del 2012 sono aumentate le somme richieste per ottenere liquidità (con una media di 13.648 euro, +15 per cento rispetto al secondo semestre 2011) e, di nuovo, consolidamento dei debiti (media di 18.064 euro, +110 per cento). Meno importanti le cifre richieste per l’acquisto di auto (11.687 euro: -25 per cento rispetto al 2011), moto (4.727 euro, -35 per cento), e ristrutturazioni.

m.v.

LA STORIA Viaggio in Thailandia con 4 mila euro

Quando parliamo ad Annika del servizio che stiamo preparando sui prestiti giovanili, ci dice: «È proprio da lì che sono partita». All’inizio Annika è titubante. Poi racconta: «Oggi ho 24 anni. Due anni fa, al terzo anno di università a Torino, mi ritrovai in una crisi molto difficile. Il mio ragazzo mi aveva lasciata, gli esami non andavano bene, in famiglia si litigava. Tutto si stava sgretolando. Un pomeriggio, navigando in Internet, mi imbatto in un sito di “confronto prestiti”. Non sapevo che cosa fosse. Per curiosità e quasi per inconscia intuizione, inserii: “viaggio” nella motivazione. Importo richiesto: 4.000 euro. Nella casella “professione” scrissi “nessun impiego”. Vidi che molti istituti concedevano prestiti anche ai disoccupati, se in presenza della firma di un garante».

Annika fu vicina a ottenere un prestito da 4 mila euro da restituire in 4 anni con rate da circa 100 euro al mese. Quando disse a suo padre della sua idea, però, lui non fu d’accordo. Propose un prestito, da restituire secondo le clausole contrattuali dell’istituto a cui Annika avrebbe dovuto rivolgersi. Annika andò in Thailandia con un nuovo ragazzo. «Incontrai molte persone durante il mio viaggio. Ci spostammo in treno per chilometri. Andammo al confine con la Cambogia, dove un incontro del tutto casuale segnò la svolta: c’era un commerciante di stoffe con una bancarella fatiscente. Per compassione comprammo un pezzo, 3.700 bath, 100 euro. Nonostante l’apparenza, vendeva materiali pregiatissimi. Rimasi stupita. Compresi che non importa da che base parti, l’importante è la qualità di quello che offri e del tuo stato d’animo interiore. È come se un processo profondo – la capacità di “guardare oltre” – mi fosse entrato dentro».
Annika lavora come commessa. Deve restituire i soldi a suo padre. Ora non usa il lavoro come un fine, ma come strumento: «È la capacità di sognare che mi tiene in vita. Prima l’avevo perduta. Pensavo a sopravvivere».

m.v.

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