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Acqua, prezioso oro blu

Anche ad Alba esiste il rischio siccità. Gli anticicloni ovvero le zone atmosferiche ad alta pressione (caratterizzate dall’aria secca e compressa) stanno investendo il Piemonte: oltre a essere causa di numerosi incendi in tutta Italia provocano la riduzione delle acque fluviali: il Tanaro, secondo i dati dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Piemonte), in due anni ha perso l’81,3 per cento della propria acqua.

Alla luce dei dati – e pur prevedendo un lieve alleggerimento della situazione – il sindaco di Alba Maurizio Marello ha invitato i cittadini, lo scorso 21 agosto, «a un uso consapevole dell’acqua potabile, privilegiandone l’uso domestico e limitandone il consumo». Marello precisa che «per monitorare la situazione e affrontare possibili criticità, l’Amministrazione è in costante contatto con la Protezione civile e con il gestore del servizio idrico». Si chiede quindi di prevenire lo spreco: ad esempio, innaffiare i giardini di notte, mentre lavare l’auto e riempire le piscine private sono comportamenti sconsigliati. Perché se l’assenza di piogge verificatasi tra luglio e agosto si prolungasse, si dovrà procedere alla razionalizzazione.

L’Amministrazione ha già provveduto a sospendere l’irrigazione di alcune aree verdi. «Dopo la riunione a Cuneo tra i Comuni della provincia, si è deciso che ad Alba nelle aree verdi non alimentate da pozzi autonomi, l’irrigazione sarà sospesa per qualche giorno. È un gesto precauzionale», sono le parole dell’architetto Daniela Albano, dirigente della ripartizione delle opere pubbliche, che ha aggiunto: «L’acquedotto del Roero e il potabilizzatore albese garantiscono che la città non correrà alcun rischio; aspettiamo peraltro che le piogge cadano sulle catene montuose, per il rinvigorimento dei fiumi».

«L’allarme rosso non è scattato ad Alba, ma bisogna essere vigili e occorre prendere le giuste precauzioni», sostiene Paolo Minuto, assessore ai lavori pubblici. «Per esempio a Entracque il livello dell’acqua contenuta dalla diga è diminuito notevolmente, motivo per cui stanno svolgendosi manovre di razionamento».
È evidente che le cose sono lievemente mutate con i primi temporali di fine agosto, ma notizie di carenza d’acqua giungono dal Calso (Consorzio dell’acquedotto delle Langhe Sud-Occidentali) che registra una diminuzione del contenimento. Anche a Bra il sindaco Bruna Sibille ha dichiarato a sua volta che occorre «un consumo consapevole».

Marco Viberti

La situazione appare critica ma non drammatica
Sulle colline delle Langhe alcuni agricoltori accusano il colpo della siccità, altri si trovano a fronteggiare anche d’estate i problemi causati dal freddo invernale. Riportiamo due testimonianze che giungono da due località: a Neive e a Santa Maria di La Morra la situazione risulta critica, ma non drammatica.
Osvaldo Viberti, Santa Maria di La Morra: «La siccità non ha colpito l’agricoltura del fondovalle: il vento non soffia abbastanza forte da asciugare le irrigazioni, motivo per cui le nostre viti sono in perfetta salute. La grandine è stata la minaccia di quest’estate, ma tenendo conto del fatto che le assicurazioni hanno calcolato un danno del 15-20 per cento, non possiamo che ritenerci fortunati. Piuttosto, per quanto riguarda le nocciole, che fioriscono in inverno, il problema è stato il freddo di gennaio (-23 gradi). Abbiamo perso parte del raccolto, ma tutto sommato si chiude positivamente».
Claudio Pastura, Neive: «La raccolta del mais in collina ha subìto un decremento del 30 per cento. Su terreni non pianeggianti l’irrigazione, in condizioni meteorologiche stabili, risulta complicata, basti immaginare cosa può comportare un periodo di secca. La situazione è analoga per ciò che riguarda le viti di collina che crescono sul tufo, un tipo di terra più ostile e meno grassa rispetto al fondovalle. In presenza di alte temperature le radici non riescono a penetrare abbastanza in profondità da garantirsi il giusto dosaggio di acqua. Ne consegue che le foglie delle viti perdono vigore e le uve crescono con minore qualità. Anche la raccolta delle mele, in terreni collinari, per lo stesso motivo è stata danneggiata: i frutti crescono, ma la qualità peggiora». mar.vi.

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