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Beppe Severgnini «L’Italia non può rinunciare ai giovani»

INTERVISTA A Fontanafredda Beppe Severgnini ha tenuto una lectio magistralis dai toni pungenti: Hanno le ali, basta lasciarli volare. Considerazioni interessate sugli italiani di domani. Giovani e attualità sono stati gli argomenti discussi sabato scorso alla fondazione Mirafiore; l’opinionista del Corriere della sera ha presentato il suo libro Italiani di domani (Rizzoli).

Come commenta la situazione politica?

«Ora come ora è in bilico: occorre che le elezioni siano vinte da qualcuno capace di guidare un grande partito. Nel mio libro ogni capitolo è titolato con una parola cominciante con la lettera T; alla voce talento ho scelto di descrivere Matteo Renzi: insieme a lui anche Grillo e Berlusconi si sono dimostrati talentuosi. Del comico apprezzo anche la tenacia, ammetto che mi ha colpito l’episodio dell’attraversamento dello stretto di Messina. In ogni caso reputo inaccettabile il fatto che l’incompetenza e l’impreparazione abbiano colpito l’Italia; mi riferisco ad alcuni neosenatori del Movimento: anch’io ho pensato alla candidatura, poi chiedendo consiglio a persone fidate e ai miei followers su Twitter ho rinunciato a mettermi in gioco. Ma conosco il numero di senatori e so dove il Senato si trova».

Come considera la tecnologia rapportata al giornalismo?

«Credo che Twitter valorizzi la sintesi, e, essendo appassionato di questa materia, non posso che apprezzare la sua utilità. Qualcuno definisce il social networkun mezzo di comunicazione primitivo e ultra semplificato, ma fin dall’antica Grecia i pensatori hanno valutato la capacità di sintetizzare in modo del tutto positivo. Mi sarei meno affaticato a scrivere cinquecento pagine di libro, piuttosto che centottanta».

Come vivono i giovani?

«In un documentario, Girlfriend in a coma, diretto da un mio collega dell’Economist Bill Emmott, si evidenzia come negli ultimi anni in Italia almeno un milione di giovani siano emigrati. In un liceo di Foggia mi è capitato di conoscere ragazzi partecipi e volenterosi, acculturati e vitali: ho saputo che il 90 per cento di loro dopo la scuola sarebbero partiti. Mi chiedo come possa l’Italia rinunciare ai propri ragazzi. Per essere inseriti, i giovani devono essere indirizzati verso ciò che è il loro talento; le passioni spesso interferiscono, oscurando le vere potenzialità».

Chi sarà il prossimo presidente della Repubblica?

«Per una serie di vicendevoli motivi mi dispiaccio del fatto che Mario Monti, candidandosi, abbia rinunciato al Quirinale: così agendo, ha privato i cittadini italiani di un ottimo presidente della Repubblica. Mi stupisco per via di alcuni improbabili nomi comunicati dai media; sono ipotesi rischiose, è tutto molto imprevedibile; se dovessi azzardare, punterei tutto su una donna. Qualcuno di non troppo prevedibile come Anna Maria Cancellieri; non è una certezza, ma una scommessa».

La prossima settimana triplo appuntamento a Serralunga: mercoledì 6 marzo, ospite d’onore Concita De Gregorio, ex direttore dell’Unità e giornalista di Repubblica. Venerdì 8 toccherà ad Andrea DeCarlo presentare il suo ultimo romanzo, Villa Metaphora (Bompiani). Sabato 9, sarà la volta di Mauro Pagani: il musicista, fondatore della Pfm (Premiata Forneria Marconi), terrà la lezione La creatività, musica e vita.

mar.vi.

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