La Regione chiude il punto nascite

Bra: nell’autunno aprirà l’hospice per i malati di tumore
L'ospedale Santo Spirito di Bra

SANITÀ Tanto tuonò che piovve: la Giunta regionale ha approvato la chiusura del punto nascite dell’ospedale Santo Spirito di Bra. Nelle ultime settimane avevano ripreso corpo voci sulla sua possibile chiusura e di un ridimensionamento (o addirittura della soppressione) del pronto soccorso.

Giovedì scorso la Giunta regionale ha adottato la delibera con il “Programma di revisione della rete ospedaliera regionale” e tra i drastici tagli figura anche la disattivazione del punto nascite braidese e di quello di Carmagnola, in entrambi i casi già dal 30 giugno prossimo. L’altra novità per la nostra zona è la previsione di accorpare (entro il 30 giugno 2015) i reparti di emodinamica di Alba e Savigliano nel nuovo ospedale di Verduno.

Pare che la deliberazione sia stata presa a tamburo battente per rispondere alle richieste del ministro dell’economia Vittorio Grilli e ottenere così una delibera del Cipe che svincoli 300 milioni di fondi europei da utilizzare per la sanità e i trasporti piemontesi, viste le gravi difficoltà di bilancio della Regione.

Il provvedimento ha colto di sorpresa un po’ tutti.

«Alla luce di quanto sta avvenendo », dice il dott. Francesco Morabito, dirigente generale facente funzioni dell’Asl Alba-Bra, «ho indetto una riunione di dirigenti e medici per valutare la situazione in generale. Dopo aver letto la delibera regionale, valuteremo se ci siano possibili margini di manovra».

Se sulla base delle disposizioni regionali si dovrà chiudere il punto nascite, assicura il dott. Morabito, «ci impegneremo a implementare l’ospedale di Bra con altri servizi, in un’ottica di equilibrio e di valorizzazione di entrambi i nosocomi, in vista dell’attivazione del nuovo ospedale di Verduno».

Il sindaco di Bra Bruna Sibille invece non usa mezzi termini: «Ho appreso solo dai giornali la notizia. Se ciò venisse confermato, si tratterebbe di un atteggiamento poco rispettoso nei confronti della nostra comunità: quello posto in essere dalla Regione Piemonte, che ancora una volta si sottrae al confronto con i territori nel disperato bisogno di mettere una toppa a un bilancio che non quadra ». E aggiunge: «Ho scritto al presidente Cota e all’assessore Monferino per ricordare loro quali erano gli impegni presi dall’Amministrazione regionale, ovvero di non modificare l’assetto organizzativo dei due presìdi sino all’attivazione dell’ospedale di Verduno».

Sulla questione del pronto soccorso giungono invece rassicurazioni dal dott. Morabito: «È un’ottima struttura che funziona bene e non intendiamo affatto chiuderla, piuttosto continueremo a impegnarci per potenziarla e valorizzarla. A Bra stiamo anche lavorando intensamente per una sempre più stretta sinergia tra sanità e socio-assistenza, che si sta concretizzando anche con il trasferimento degli uffici dell’ex consorzio socio-assistenziale Intesa nell’ospedale Santo Spirito».

I risparmi ipotizzati dalla giunta Cota, grazie al “Programma di revisione della rete ospedaliera regionale”, sarebbero di 110 milioni per la rete ospedaliera e di 80 milioni sul personale.

Sulla delibera regionale si sono abbattute le critiche delle opposizioni, alle quali l’Assessorato alla sanità replica: «Si è insinuata l’ipotesi che alcune strutture ospedaliere fossero state penalizzate o favorite, a seconda di una presunta appartenenza politica. Per poter costruire la rete ospedaliera in ciascun presidio e area geografica nel modo più corretto, si è volutamente predisposta una delibera chenon individua l’estremo dettaglio. Al contrario, il documento approvato definisce il numero dei posti letto e delle strutture complesse per aree sovrazonali. Ciò per consentire flessibilità e per tener conto delle specificità territoriali e dei bacini di popolazione».

Diego Lanzardo

I sindaci di Alba e Bra sollecitano la nomina del direttore Asl

L’Asl Cn2 ha bisogno subito di un nuovo direttore generale. A chiederlo sono i sindaci di Alba, Maurizio Marello, e di Bra, Bruna Sibille, in una lettera recapitata nei giorni scorsi al presidente della Regione Piemonte Roberto Cota (in questo periodo assai impegnato nel far quadrare i conti del sempre più disastrato bilancio regionale). Sei mesi fa l’allora direttore generale Giovanni Monchiero si era dimesso per potersi candidare a un seggio alla Camera dei deputati (dove è stato eletto). «Nonostante l’encomiabile lavoro svolto dai dirigenti che hanno supplito a tale carenza, ci pare che sei mesi di vacanza possano essere più che sufficienti per un’azienda sanitaria che si trova ad affrontare, sotto il profilo gestionale, uno dei momenti più importanti e critici della sua storia», hanno scritto i due primi cittadini, riferendosi in particolare al nuovo ospedale di Verduno, alla riorganizzazione dei servizi all’interno dei due presìdi ospedalieri, ai tagli della spesa sanitaria e alle novità introdotte con l’attivazione delle Federazioni sanitarie sul territorio piemontese.

d.l.

Ospedale di Verduno. Si riparte ad aprile

AVerduno i lavori per il nuovo ospedale ripartiranno dal mese di aprile. Il direttore tecnico dell’Asl Alba-Bra Ferruccio Biancio spiega che «sono stati superati i problemi relativi ai pagamenti e ora grazie all’impegno della Regione Piemonte, che verserà 9 milioni e mezzo di euro, sarà possibile riattivare il cantiere». Il direttore generale dell’Asl facente funzioni Francesco Morabito aggiunge: «Nonostante le difficoltà di bilancio, il presidente Cota e l’assessore Monferino si sono dimostrati molto disponibili per far sì che si potesse procedere verso il completamento dell’opera».

d.l.

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