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Carlo Bo (Pdl) su Barbero e crisi: “Situazione drammatica. Lo Stato deve intervenire”

Pesanti condanne per gli amministratori di Barbero e Albadoro

ALBA Da lunedì 17 giugno in città non si parla d’altro se non del fallimento della Barbero spa. La vicenda verrà discussa nei prossimi incontri del “Tavolo di lavoro” comunale per l’emergenza occupazionale e sociale, costituito dall’Amministrazione civica, da enti e associazioni e dai sindacati. Presente anche l’opposizione consiliare, che abbiamo interpellato. Carlo Bo, capogruppo consiliare del Popolo della libertà: «Il fallimento della Barbero non è altro che un ulteriore segnale della crisi che sta inesorabilmente colpendo la nostra città.  È una notizia molto negativa, che deve fare riflettere, in quanto riguarda un’azienda leader a livello nazionale. Decine di famiglie ora rischiano di restare senza reddito e, di conseguenza, di doversi rivolgere al Consorzio socio-assistenziale, a sua volta in grande difficoltà a causa dei continui tagli subìti».

Per l’esponente del centro-destra albese, la situazione, sia dal punto di vista economico che da quello sociale, è drammatica: «Alba credeva di essere immune dalla crisi ma non è così e oggi incontra grandi difficoltà nell’affrontare una situazione inaspettata. Le famiglie albesi bisognose d’aiuto, anche perché oppresse dagli aumenti di Imu e Iva, sono sempre più numerose. Purtroppo temo che, visto il protrarsi della congiuntura, si possano verificare altre situazioni simili a quella della Barbero. Peraltro, ci sono già tante piccole aziende, a gestione familiare o che assumono lavori in subappalto, che sono state costrette a chiudere. Il Comune, anche con il “Tavolo di lavoro”, sta cercando di fare possibile per mantenere alta l’attenzione sull’argomento ma ha possibilità di azione decisamente limitate. La speranza è che continuino ad arrivare turisti, che le aziende vitivinicole continuino a esportare, che le altre imprese reggano l’urto e che, cosa fondamentale, lo Stato faccia qualcosa per i comuni virtuosi come il nostro, adottando misure finanziarie adeguate e sbloccando risorse che potrebbero dare, non solo nel settore edile, una boccata d’ossigeno».

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