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Jungo, autostop sicuro bloccatraffico

L’INCHIESTA Il tema della mobilità (in auto o con i mezzi pubblici) è un tema quanto mai spinoso in questo momento, a causa di una congiuntura di fattori negativi: l’aumento smodato del costo dei carburanti, i tagli che la Regione ha effettuato sul sistema di trasporto pubblico, cancellando molte corse di bus urbani ed extraurbani, la difficoltà di parcheggio e i costi della sosta, l’incidenza nel bilancio delle famiglie del mantenimento di una o più automobili.

LA SITUAZIONE Spostarsi è sempre più costoso e difficoltoso. Non secondari sono i risvolti che la mobilità ha sulla qualità della vita delle persone: il traffico si “mangia” ore preziose della giornata e l’inquinamento da polveri sottili si fa sempre più pressante anche nei nostri paesi di provincia (nell’ultimo triennio la qualità dell’aria è in costante peggioramento a Cuneo, e Alba e Bra, a dispetto delle colline che le circondano, sono state le prime in classifica nel 2012 rispetto ai giorni di superamento dei valori consentiti di Pm10 nell’aria con 90 e 106 giornate fuorilegge, dati Arpa). Se ripensare la mobilità in un’ottica sostenibile diventa difficile da parte degli enti pubblici a causa degli importanti investimenti che mancano e che andrebbero fatti per essere ammortizzati sul medio e lungo periodo, ciò non vuol dire che non circolino idee innovative che si possono mettere in atto con poca spesa e partendo dal coinvolgimento attivo delle persone e da una riflessione sulle proprie abitudini.

autostop

IL PROGETTO La vicina Provincia di Asti ha intrapreso dal febbraio scorso il progetto pilota Jungo, tuttora in corso ad Asti. Si tratta di un’idea dell’avvocato riminese Enrico Gorini, che Trento ha fatto proprio in anteprima mondiale nel 2009 ed è in sperimentazione in numerose città lombarde ed emiliane. Jungo è una sorta di “autostop sicuro”, che si effettua su strade di scorrimento molto frequentate, con un livello di traffico sufficiente a garantire un tempo di attesa basso. Come si legge dal sito ufficiale, si fonda «sul principio che è possibile ridurre il traffico, creando le condizioni tecnologiche e organizzative, perché chiunque possa sentirsi incoraggiato ad aprire la portiera della propria auto ai richiedenti imbarco, in condizioni di sicurezza e convenienza reciproca».

UN NASTRO Per Jungo, il traffico stradale è come una rete di nastri trasportatori, costituiti dai sedili vuoti delle autovetture esistenti e viaggianti. Dal punto di vista energetico i posti auto vuoti sono una enorme risorsa sottoutilizzata: tutti abbiamo sotto gli occhi le direttorie più frequentate verso Alba o Bra, dove, soprattutto nelle fasce d’orario che precedono gli ingressi nelle fabbriche o negli uffici, le automobili con un solo passeggero a bordo formano file impressionanti.

LA PREFETTURA Con il sistema Jungo le auto viaggerebbero piene, diminuendo di conseguenza il problema del parcheggio in centro. Come funziona? Ogni aderente è munito di una card personale rilasciata dopo il vaglio della Prefettura, che attesta l’assenza di precedenti penali e stradali, garanzia essenziale per la sicurezza del servizio. L’aspirante passeggero mostra la tessera per intercettare un automobilista Jungo interessato a risparmiare i costi del tragitto o che voglia viaggiare in compagnia: il costo è fissato in 20 centesimi di fisso e 10 centesimi a km percorso.

L’EUROPA Ad Asti la Provincia ha attivato Jungo nel febbraio scorso grazie a un finanziamento europeo (Mo.Ma.BIZ) volto a incentivare azioni per la mobilità sostenibile. La sperimentazione ha riguardato corso Alessandria (una delle vie di accesso alla zona industriale, in cui si concentrano 189 aziende e circa 2.100 dipendenti) ed è stata testata da cinque pendolari che hanno effettuato 142 imbarchi prendendo nota ogni volta dei tempi d’attesa. Dai 36 minuti di febbraio sono passati ai 14 del mese di maggio: segno che più il sistema è conosciuto e prende piede, più funziona (a Trento oggi si trova un passaggio in 6,5 minuti).

Olga Scarsi

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