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Ma perché in Francia le medicine costano la metà?

Gentile redazione, piccola chicca di fine estate toccata con mano presso una farmacia d’oltralpe (Francia); su richiesta di un mio conoscente con tanto di ricetta medica ed esibendo un documento d’identità, ho acquistato una confezione del classico ansiolitico che concilia il sonno (Xanax). Al ritorno abbiamo confrontato due confezioni, una comprata in Francia e l’altra in Italia, e al pari dello stesso principio attivo vi sono due abissali differenze di prezzo e di contenuto: la confezione venduta qui nel nost Piemont costa 3,40 euro e ha 20 compresse, mentre quella transalpina costa 2,19 euro e ha 30 compresse! Si capisce il perché nella nostra Regione Piemonte la spesa sanitaria sia al collasso da questo banalissimo esempio; chiedo attraverso questa lettera lumi all’Assessorato regionale alla sanità e a Federfarma Piemonte, li invito già da ora a risposte non crittografate, quelle banali che hanno mandato in rovina la nòsta Patria Cita già le conosciamo.

Valter Demichelis, PiemontestatoMovimento indipendentista piemontese

Piacerebbe anche a me saperlo. Forse non vale per tutte le medicine e quindi ci vorrebbe un’analisi più ampia per comprendere le differenze di prezzo tra l’Italia e altri Paesi come la Francia e la Germania, oppure la Spagna: io stesso ricordo che nel 2001, durante il cammino verso Santiago de Compostela, avevo notato come i farmaci in Spagna costassero meno. Non so se adesso le cose siano cambiate. Comunque, c’è un particolare interessante: in Italia il prezzo dei farmaci non dipende dalle dinamiche del mercato, ma è imposto dallo Stato attraverso l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), che si serve di specifiche commissioni, in particolare il Ctf (Comitato tecnicoscientifico). E allora perché costano così tanto? Il sospetto che ci siano accordi sottobanco, bustarelle o cose simili è forte. Tutti ricordiamo gli scandali che coinvolsero all’inizio degli anni Novanta il ministro della sanità Francesco De Lorenzo e il direttore generale del Servizio farmaceutico nazionale, Duilio Poggiolini. Forse oggi le cose sono diverse. Non sarebbe male che gli addetti ai lavori ce lo confermassero

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