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Dal liceo internazionale “Govone” di Alba: impossibile la settimana corta

Caro Direttore,

sono una studentessa del liceo internazionale “Govone” di Alba  e Le scrivo in merito alla delicata situazione di cui molto si parla in questi giorni riguardo all’ipotesi proposta dalla Provincia della settimana corta (per saperne di più clicca QUI).

Sono all’ultimo anno, e, quindi, questo problema non dovrebbe interessarmi ma, benché io non ne sia coinvolta in prima persona, mi rendo conto di quanti danni potrebbe procurare alla mia scuola e per questo condivido tutto ciò che stanno facendo i miei compagni per salvaguardare il nostro indirizzo, in quanto la settimana corta andrebbe a danneggiare il liceo internazionale.

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Questa scuola offre molto, in quanto grazie al progetto “EsaBac” consente il raggiungimento di un doppio diploma, sia la maturità italiana sia il baccalauréat francese, ma allo stesso tempo richiede una grande forza di volontà e un notevole impegno: abbiamo molte ore settimanali (36 per noi studenti dell’ultimo anno) e il fatto di dover riorganizzare il monte orario su cinque giorni sarebbe quasi impossibile.

In più, oltre a tutti i problemi di logistica e didattica cui porterebbe questa soluzione, non è da sottovalutare che molti ragazzi non sono di Alba e il dover concentrare le lezioni dal lunedì al venerdì non sarebbe certamente a loro favore: io, ad esempio, abito a 30 chilometri, mi alzo alle 6 e torno a casa alle 15 nei quattro giorni in cui le lezioni finiscono alle 13.25, alle 18 quando vi sono i due rientri pomeridiani, e come me fanno moltissimi altri ragazzi. Come ho già detto,  la nostra scuola necessita di tante ore di studio, e, dato che ciò risulta già difficile ora, mi chiedo come sarebbe possibile riuscire ad avere concentrazione sufficiente per un buon rendimento dopo otto ore di lezione e, magari, più di un’ora di pullman.

E che dire delle preziose attività facoltative che offre il Piano di offerta formativa del nostro istituto? Ora come ora, tutti noi, chi più chi meno, con un po’ di organizzazione riusciamo a frequentare a scuola in altri pomeriggi, oltre ai due rientri, il corso di cinema o di teatro, le lezioni per le certificazioni linguistiche o per la preparazione ai test universitari, le prove del coro del liceo o i corsi di recupero. Molto poi svolgono anche attività extrascolastiche, dallo sport alla musica, dalla danza al volontariato, impegni cui si dovrebbe quasi sicuramente rinunciare se l’ipotesi della settimana corta passasse veramente: ma sarebbe forse giusto dover vivere in funzione dello studio? La scuola dovrebbe essere un luogo in cui i ragazzi formano il proprio avvenire, non una prigione! Eppure sembra che ciò non venga preso in considerazione dato che le restrizioni vanno sempre a colpire noi studenti e se si deve risparmiare su qualcosa si inizia sempre dal settore dell’istruzione, non sapendo  forse, o non volendo sapere, che tagliando su ciò che permette ai giovani di plasmare il loro futuro si taglia direttamente il futuro del Paese.

Eleonora Saglietti

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