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SALDI ma non troppo

COMMERCIO Sono iniziati sabato 4 gennaio i saldi invernali; i negozi sono rimasti aperti per tutto il week-end e durante la giornata del 6 gennaio. Grazie alla collaborazione con l’Associazione commercianti albesi, la sosta all’interno del parcheggio della stazione e all’interrato di piazza San Paolo è stata gratuita. Nelle vie del centro molte vetrine presentavano offerte promozionali alcuni giorni prima del via ufficiale.

«Appena pochi giorni dopo Natale, i negozi raccoglievano clienti grazie a occasioni di risparmio invernali, così le chiamano; per non parlare degli sms e delle e-mail. I piccoli negozi come il mio non riescono a sopravvivere alla concorrenza delle grandi catene che non rispettano le scadenze: sono costretta a praticare piccoli saldi tutto l’anno. La nostra città avrebbe bisogno di più controlli», ci spiega la titolare di una negozio di abbigliamento in via Maestra.

alba saldi vetrina

Altri negozi invece decidono di non partecipare ai saldi. «I nostri prodotti si rivolgono per lo più a turisti e abbiamo affluenza fino all’epifania, per cui nessun prodotto sarà in saldo. È una linea che seguiamo da diversi anni», ci spiega Stefano, commesso in un negozio di prodotti enogastronomici.

Entrando in un negozio di musica ci accorgiamo che in saldo ci sono molti prodotti ma nessun vinile né cd. «Il guadagno che abbiamo sulla vendita di cd o altri supporti per l’ascolto della musica è molto basso, ragione per cui possiamo fare dei piccoli saldi. Al contrario, abbiamo applicato sconti che raggiungono il 30 per cento su borse, sciarpe e bigiotteria», spiega l’addetta. Per quanto riguarda le librerie, gli sconti variano dal 15 al 25 per cento, ma si tratta per lo più di promozioni su una collana o su un particolare autore.

Secondo le statistiche pubblicate da Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media 340 euro, 148 a persona per lo più in capi d’abbigliamento, calzature e accessori. «Durante le feste avevo già acquistato felpe e camicie, ora sono alla ricerca di qualche capo d’abbigliamento particolare; mi piace pensare di riuscire ad acquistare prodotti che per alcune settimane saranno ancora alla moda», ci dice Simone, venticinquenne impiegato in un supermercato della zona.

Sono in diminuzione gli italiani intenzionati ad approfittare dei saldi, circa il 58,3 per cento rispetto al 60,5 del 2013. «Mio marito ha una piccola bottega di prodotti alimentari, ma il fatturato dell’ultimo mese è stato consumato dalle tasse; quest’anno non ci sono soldi per le svendite invernali, a differenza del 2013, in cui avevo speso oltre 300 euro», spiega Cristina, cinquantenne albese.

Le grandi città vengono preferite per lo shopping, sia per la maggiore offerta sia per i prezzi. «Come di consueto mi reco a Torino per i saldi invernali; ci sono molti negozi per teen-ager e i prodotti sono più accessibili come prezzi. Alba non è competitiva rispetto alle grandi città. Il mio budget non è molto alto ma basta per qualche piccolo sfizio, magari un cappello o una maglia», racconta Elena, diciottenne albese.

Manuela Anfosso

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