Lettera aperta ai sacerdoti: non parlate di politica nelle omelie!

«A 48 anni sono troppo vecchio per trovare un lavoro?»

La missione di un sacerdote è la cura delle anime, il conforto spirituale, la consolazione agli afflitti e l’aiuto ai più deboli. Come dice il nostro papa Francesco non bisogna mai dimenticare la misericordia e la carità. Che cosa si chiede principalmente a un sacerdote? La carità cristiana e l’amore per il prossimo. Vi prego “signori” parroci, durante l’omelia non parlate di politica, parlate invece di amore fraterno e di solidarietà. Il cardinale Dionigi Tettamanzi, in un suo libro di qualche anno fa, quando la crisi incominciava a “mordere” i più deboli, lanciò il suo grido allarmato: «Non c’è futuro senza solidarietà». Per fortuna che esistono molti parroci che da buoni pastori si prendono cura del proprio gregge. Però, ve ne sono ancora tanti che “ficcano il naso” in campi che esulano dalla loro missione. Grazie per la comprensione e non me ne vogliate, pregherò anche per voi e che Dio vi benedica.  

Anna Averame Converso  

La missione del sacerdote è triplice: predicare il Vangelo, celebrare il culto divino, soprattutto l’Eucaristia, guidare i fedeli come pastore. Per aiutare tutti a incontrare il Signore nella loro vita. Per questo, come disse Benedetto XVI, «al sacerdote non si chiede di essere esperto in economia, in edilizia o in politica. Da lui ci si attende che sia esperto nella vita spirituale». Papa Francesco ha ricordato, nell’omelia del Giovedì santo, le tre caratteristiche della gioia sacerdotale: «È una gioia che ci unge ma non che ci rende untuosi, sontuosi e presuntuosi, è una gioia incorruttibile ed è una gioia missionaria che si irradia a tutti e attira tutti, cominciando alla rovescia: dai più lontani». A proposito della politica, va fatta una precisazione. Purtroppo in Italia confondiamo spesso il servizio al bene comune dei cittadini, che è lo scopo della politica, con l’adesione a un partito, con una scelta di parte. Da questo punto di vista il sacerdote, quando dice cose che danno fastidio a questo o a quel politico, è tacciato di essere di parte e gli viene chiesto di stare zitto, come se la fede fosse solo una faccenda privata, che non deve avere risvolti nella gestione della cosa pubblica. Tuttavia il Vangelo, pur non essendo partitico, è altamente politico, perché richiama ai doveri verso Dio e verso l’uomo, spinge all’attenzione verso i più deboli, alla solidarietà. Il sacerdote non può non predicare il Vangelo. E chi è cristiano non può che cercare di viverlo nella concretezza del quotidiano.

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