Auto, mortalità a picco

Alba: dopo i recenti incidenti stradali l’Amministrazione comunale chiede alla Prefettura la possibilità di installare autovelox in frazione Biglini
Immagine di repertorio

SICUREZZA STRADALE  La provincia di Cuneo era seconda in Italia per mortalità per incidenti stradali, dopo Forlì. La situazione è cambiata, in meglio secondo i dati Istat frutto dei rilevamenti delle forze dell’ordine, pubblicati nel report Passi diponibile sul sito dell’Azienda sanitaria locale di Alba e Bra (www.aslcn2.it/sicurezza-stradale-dati-del-sistema-di-sorveglianza-passi-2009-2012-asl-cn2-alba-bra/). Laura Marinaro è responsabile del Servizio di epidemiologia, che fa capo al Dipartimento di prevenzione diretto da Attilio Clerico.

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 Cosa emerge dal report?
«L’indice di mortalità in Italia dal 2001 al 2011 è calato dal 26,3 al 18,8 per mille incidenti. Il Piemonte era una delle regioni a più elevato rischio e siamo passati dal 32,8 per mille al 24,1. Nella nostra Asl nel 2002 eravamo a 54,2 morti ogni mille incidenti, mentre ora siamo a 20,6: un po’ più della media nazionale, ma meno rispetto alla regionale. Dal report emerge anche che il numero dei ricoveri per incidenti stradali si è ridotto dai 250 del 2002 ai 75 del 2011, con un costo sanitario di 484.902 euro».

 Come si spiega?
«I motivi della riduzione di questi indici sono vari e vanno dal maggiore controllo sulle strade da parte delle Forze dell’ordine, a una migliore viabilità in certi tratti, alle campagne di informazione e sensibilizzazione, al miglioramento della qualità del soccorso e dell’assistenza. È venuta a crearsi quella rete fra i vari attori appena citati che è il presupposto per la risoluzione di un problema complesso. La sanità si occupa di prevenzione e assistenza per gli incidenti stradali dal 2005, con il Piano nazionale della prevenzione, prima non era coinvolta».

 Gli elementi di rischio?
«Sono diversi i fattori che possono contribuire agli incidenti stradali: il comportamento e lo stato psicofisico del conducente, le condizioni e la sicurezza dei mezzi, la circolazione sulle strade e i pericoli legati al trasporto di prodotti pericolosi. Tra i fattori legati allo stato del conducente, i più importanti sono assunzione di alcol, stupefacenti, farmaci, e malattie come epilessia, diabete, malattie cardiovascolari, problemi di vista, disturbi del sonno e altre ancora».

Quanto è diffuso l’uso delle cinture di sicurezza?
«Nel periodo 2009-12, nell’Asl Cn2 Passi rileva che la maggior parte degli intervistati ha un comportamento responsabile alla guida di auto e moto, indossando sempre la cintura di sicurezza sui sedili anteriori (91 per cento) e il casco (98%). L’uso della cintura sui sedili posteriori è ancora poco frequente: in media solo il 36 per cento degli intervistati la usa sempre; nella fascia di età 25-34 anni la percentuale è al 26. Sottolineo l’importanza dei seggiolini per i bambini, che cala con il crescere dell’età del bimbo».

 E il consumo di alcol?
«Per quanto riguarda il nostro territorio, il 9 per cento dichiara di aver guidato sotto l’effetto di alcolici e il 5,5 di essere stato trasportato da qualcuno che li aveva assunti. Il quadro è di un consumo di vino elevato, ma probabilmente più consapevole rispetto ad altre zone. I giovani sono anche più sensibili perché sono stati coinvolti da tante campagne di informazione e sensibilizzazione: solo il 4,8 per cento degli intervistati dai 18 ai 25 anni ha detto di aver guidato dopo aver bevuto».

a.r.

 

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