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Appello di Francesca: «Cerco chi mi ha amato per prima, mia madre»

Approvata la legge sulle unioni civili, è ora di sostenere le famiglie

don rizzolo antonio_q

Sono Francesca Garnero, vivo a Buttigliera Alta (To) ma sono nata ad Asti. Scrivo a voi perché sono stata adottata e sono alla ricerca della mia mamma naturale. Purtroppo la nostra legislatura, a differenza degli altri Paesi, non aiuta. Scrivo perché spesso, se non si voleva tenere il bimbo per evitare di “farsi vedere”, si cercava di partorire in altre città, e Asti può essere stata la città scelta da mia mamma per il parto. Questa lettera è uno dei modi possibili per trovare mia mamma; magari anch’essa mi sta cercando e incontra le stesse mie difficoltà. Ad Asti, mercoledì 17 novembre 1976, all’ospedale civico, la mia giovane mamma di 26 anni mi ha donato la vita, ma io non posso ringraziarla. Ormai sono una donna, adottata da una coppia meravigliosa. Per la legislatura italiana, unica in Europa, non essendo stata riconosciuta, non potrò mai darle un bacio. Ho una vita appagata, ma ho un profondo vuoto dentro di me, quello di conoscere chi mi ha amato per prima.
Francesca Garnero

Il desiderio di conoscere i propri genitori naturali, la mamma in particolare, è comprensibile. È come cercare un tassello mancante, sapere chi ha voluto comunque che il proprio figlio o la propria figlia vedesse la luce, anche se non poteva tenerlo, per i motivi più diversi. La legge non consente di risalire facilmente alla madre naturale nei casi in cui i figli non sono stati riconosciuti. Questa possibilità, d’altra parte, permette a tante ragazze madri di evitare l’aborto o in casi estremi anche l’infanticidio sapendo che il proprio anonimato sarà garantito.
Mi auguro che la ricerca di Francesca possa avere un esito positivo, magari anche attraverso il nostro giornale. Anche perché il suo desiderio non va contro i genitori adottivi, che lei definisce «una coppia meravigliosa». Voglio però sottolineare come essere mamma e papà non è solo dare alla luce un figlio dal punto di vista biologico, è qualcosa di più. Si è veri genitori anche quando si dà la vita ai figli giorno per giorno, li si nutre e li si educa, si è loro vicini nella sofferenza e nella gioia.
Spero che non sia così, ma non vorrei che ritrovare la propria mamma biologica possa essere anche una delusione: comunque sia, la vita è bella e degna di essere vissuta. Ciò che conta è l’amore che sappiamo donare agli altri.

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