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Mariano Rabino sull’autunno della politica italiana

Egregio direttore,

inutile nasconderci che l’autunno che ci aspetta sarà tutt’altro che semplice. Le gravi conseguenze della crisi economica iniziata ormai più di sei anni fa non accennano ad allentare la loro morsa sul nostro Paese. Alcuni dati sono particolarmente allarmanti ed esigono da parte di noi parlamentari una risposta tempestiva e strutturale. Non possiamo rassegnarci al destino di declino cui l’Italia pare condannata.

La deflazione e il crollo dell’occupazione, soprattutto nella fascia giovanile della popolazione, sono ormai realtà preoccupanti che fanno precipitare l’Italia agli ultimi posti delle classifiche Ocse. E’ proprio su questo che bisognerà intervenire: riduzione della pressione fiscale su lavoro e impresa per dare ossigeno al nostro sistema produttivo e imprenditoriale e completamento immediato della riforma del mercato del lavoro avviata dal ministro Poletti.

Per raggiungere questi obiettivi diventa necessario, se si vuole risparmiare agli italiani un’altra stangata con la legge di stabilità, procedere in modo più spedito nel percorso di taglio della spesa improduttiva anche attraverso un piano di privatizzazioni e di disboscamento della giungla imperscrutabile delle società partecipate.

Scelta civica, il mio partito, a tal proposito ha già presentato uno specifico progetto di legge per ridurre sensibilmente il numero delle società a partecipazione pubblica, soprattutto quelle degli enti locali, che si sono rivelate essere spesso fonti di spreco, di inefficienza amministrativa e di gestione clientelare del potere di sottogoverno.

Interventi coraggiosi come questi rappresenterebbero segnali significativi per il Paese perché, oltre a garantire indubbi benefici economici, costituirebbero un forte segnale in senso moralizzatore, attraverso la drastica riduzione del numero dei posti nei consigli di amministrazione e dei relativi costi.

Allo stesso modo, Scelta civica sarà in prima linea per l’abolizione dell’Irap. La sua semplice riduzione non basta. Si tratta di una tassa iniqua che soffoca le potenzialità del nostro tessuto imprenditoriale. Ridare fiato al sistema delle imprese, soprattutto quelle medie e piccole, è stella polare del nostro impegno politico e parlamentare. La strada per finanziare questa misura è quella della riorganizzazione della spesa pubblica per la sanità all’insegna dell’efficienza nella gestione degli acquisti e delle forniture e della diffusione su scala nazionale delle prassi virtuose già sperimentate in alcune regioni.

La priorità dei prossimi mesi deve essere, inoltre, quella di dare concretezza a quanto di buono annunciato dal governo Renzi, dalla giustizia alla scuola, dalla pubblica amministrazione alle infrastrutture. Le riforme meritoriamente presentate non possono rimanere allo stato virtuale ma vanno implementate al più presto per far sì che producano effetti tangibili tali da alleviare le difficoltà del nostro sistema-Paese e ricompensare i sacrifici sostenuti dai cittadini in questi anni.

Il ruolo di noi parlamentari dovrà, quindi, essere quello di sentinelle del cambiamento, garantendo un’attività parlamentare finalmente efficace e in grado di rispondere alle sfide sempre più complesse che la contemporaneità ci pone. In tal senso, ritengo che condurre in porto le riforme istituzionali e quella elettorale sia un ulteriore dovere morale per la classe dirigente. Se è vero, infatti, che questi interventi non sono sufficienti per tirare fuori il paese dalle secche della deflazione, della disoccupazione e dell’impoverimento generale, è altrettanto indubitabile che anche queste riforme siano indispensabili per ammodernare il nostro vetusto sistema politico-istituzionale e per rendere più efficiente il funzionamento della nostra architettura istituzionale.

L’autunno alle porte, per concludere, si prospetta ancora irto di ostacoli (crisi internazionali, rinegoziazione in sede europea delle scelte di politica economica e di bilancio, blocco degli stipendi pubblici per carenza di risorse), ma anche ricco di potenziali opportunità (la riduzione del tasso di cambio dell’euro deciso dalla Bce può, per esempio, ridare fiato al nostro export) di rilancio, che toccherà proprio alla politica – quella onesta, competente e che si mette con buona volontà al servizio del Paese – non sprecare e tradurre in effettivi cambiamenti virtuosi per il futuro dell’Italia.

Mariano Rabino, deputato di Scelta civica

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