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Legittima difesa, Cirio: «La normativa italiana tutela gli aggressori e non le vittime, va riscritta»

BRUXELLES Graziano Stacchio, il benzinaio di Vicenza indagato per eccesso di legittima difesa dopo aver sventato nel febbraio scorso una rapina a mano armata in una gioielleria, è stato ospite questa mattina, mercoledì 25 marzo, al Parlamento europeo di una tavola rotonda che ha affrontato il problema dei confini giuridici della legittima difesa nelle diverse legislazioni dei Paesi Ue.

All’incontro organizzato dall’eurodeputato Alberto Cirio è intervenuto Giovanni Toti, membro della Commissione giuridica del Parlamento europeo, insieme agli avvocati Roberto Ponzio e Roberto Guida, patrocinanti in Cassazione, che si sono focalizzati, il primo, sui confini giuridici e geografici della legittima difesa attraverso un’analisi comparativa tra le principali legislazioni europee, e, il secondo, sugli aspetti processuali penali del sistema italiano nell’ottica della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
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«La violenza crescente che ogni giorno la cronaca ci racconta rende, purtroppo, il tema della legittima difesa di particolare attualità – ha sottolineato Alberto Cirio – Come hanno dimostrato le relazioni giuridiche esposte oggi, in Italia esiste una normativa che tutela maggiormente gli aggressori rispetto agli aggrediti e i delinquenti rispetto ai cittadini. Il caso di Graziano Stacchio ne è una testimonianza diretta e proprio per questo abbiamo voluto prenderlo come spunto per riflettere sulla necessità di uniformare la normativa europea in materia. Parliamo di un uomo che ha messo a repentaglio la propria vita per salvare quella di un’altra persona, una rarità da prendere a modello in una società in cui prevale l’egoismo, e che non si troverebbe ad affrontare gli stessi guai giudiziari se quanto è accaduto a Vicenza fosse successo, invece, a Lubiana o a Berlino. Per questo chiederemo alla Commissione giuridica del Parlamento europeo di intervenire a favore di una maggiore omogeneità dei codici penali dei paesi Ue su questo tema».
«Vorrei che da tutto questo potesse nascere qualcosa di buono – ha detto Graziano Stacchio – perché avere una pistola puntata addosso è un trauma che segna per tutta la vita e ancor di più se accade a una persona giovane. La violenza che subiamo – ha aggiunto il benzinaio di Ponte di Nanto – è diventata insostenibile, per questo la solidarietà che mi è stata dimostrata rappresenta una protesta nazionale».
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«È normale che Graziano Stacchio sia sotto procedimento – ha sottolineato l’avv. Roberto Guida – perché il nostro sistema prevede l’obbligatorietà dell’azione penale. Questo principio non significa che il pubblico ministero abbia l’obbligo di celebrare un processo, ma implica indagini per decidere come procedere. È un sistema che, però, negli anni ha prodotto delle distorsioni per via di indagini a volte troppo lunghe e anche perché l’indagato subisce, nel frattempo, gli effetti psicologici e materiali legati alla situazione e alla forte attenzione mediatica».
«La vicenda Stacchio in altri ordinamenti giuridici europei avrebbe trovato un quadro normativo più mite e favorevole – ha sottolineato l’avv. Roberto Ponzio – basti pensare alla Germania dove chi eccede i limiti della legittima difesa a causa di turbamento, paura o panico non è punibile; in senso analogo sono anche gli ordinamenti di Portogallo, Spagna e Olanda, mentre in Croazia e in Slovenia la pena può essere esclusa a discrezione del magistrato. In Francia c’è una ipotesi di legittima difesa presunta quando ci si difende contro gli autori di un furto o di un saccheggio posto in essere con violenza e nel Regno Unito spetta alla giuria, con ampi margini di discrezionalità, verificare la sussistenza della proporzione tra difesa e offesa. Ciò imporrebbe la necessità di uniformare il sistema per una maggiore tutela dell’aggredito».
«Sempre di più le leggi devono essere in grado di garantire la sicurezza tra le strade e nelle nostre città – ha sottolineato Giovanni Toti – Episodi di questo tipo devono far riflettere sul fatto che il Governo non riesce a garantire, come dovrebbe, la sicurezza dei cittadini, che esasperati si sentono costretti a intervenire da soli. Non posso che condividere l’iniziativa organizzata dall’eurodeputato Alberto Cirio e mi auguro che al più presto venga organizzata un’iniziativa analoga da parte dei gruppi parlamentari italiani».
All’incontro hanno preso parte anche numerosi funzionari e parlamentari, tra cui il vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e i deputati Lorenzo Cesa, Alessandra Mussolini, Lara Comi, Massimiliano Salini, Salvo Pogliese e Remo Sernagiotto, che hanno dato la propria disponibilità a farsi portavoce, nelle sedi opportune, della necessità di rivedere la normativa sulla legittima difesa.

 

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