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Expo, i sindaci del Nord: «L’Italia non è solo ‘ndrangheta»

MILANO Verrà trasmesso su tutti i social network internazionali il primo maggio, ma ne è già stata diffusa una anticipazione (https://www.youtube.com/watch?v=_S4yNY4rbZE). Si tratta di uno spot con undici sindaci di comuni del Centro Nord (Rho, Fino Mornasco, Pioltello, Piacenza, Reggio Emilia, Sarzana, Chivasso, Varese, Altopascio, Desio e Trezzano sul Naviglio) in varie lingue, dal russo al tedesco, dal francese al cinese, dal danese all’olandese fino al portoghese, per riscattare la pessima immagine internazionale del centro-nord italiano e dell’Expo, spesso associata negli ultimi mesi, sui media internazionali, più che ai contenuti alimentari, a scandali, a tangenti e alla ‘ndrangheta. E soprattutto, per dare un segnale al fatto che gli amministratori locali sono in prima linea contro la mafia e il malaffare e che non hanno paura di testimoniarlo in prima persona. L’idea è venuta al massmediologo Klaus Davi che con la sua agenzia ha realizzato e prodotto la campagna coinvolgendo gli 11 amministratori.

Non si tratta di sindaci scelti a caso, ma di primi cittadini che guidano comuni con fortissima presenza ‘ndranghetista e mafiosa, acclarata dalle indagini delle varie procure. Ci saranno due versioni. La prima più breve, in cui ogni primo cittadino ripete in lingue divese il claim “La ‘ndrangheta mi fa schifo, la ‘ndrangheta è m….”, ispirato al libro di Nicola Gratteri “La mafia fa schifo. Lettere di ragazzi da un paese che non si rassegna”. Il pay-off della campagna, invece, identifica comune per comune le famiglie mafiose presenti nei rispettivi territori (ad esempio il comune di Rho, sede dell’Expo, con la presenza della famiglia Mancuso, il comune di Fino Mornasco della famiglia Chindamo, il comune di Pioltello con l’alleanza Manno-Maiolo…), con nomi e cognomi. Non quindi una denuncia generica, ma precisa e documentata.

Ci sarà poi una seconda versione corredata di interviste ai sindaci tradotte nelle diverse lingue, in cui si spiegherà che sì la mafia e la ‘ndrangheta ormai sono diffuse capillarmente nel Nord Italia e che, come ha dimostrato la procura di Milano, si è infiltrata negli appalti Expo (http://www.corriere.it/cronache/14_ottobre_28/ndrangheta-13-arresti-lombardia-calabria-50cbb45a-5e68-11e4-9933-2a5a253459da.shtml, notizia che ha fatto il giro di tutti i giornali esteri) ma che esiste anche un Nord sano e che soprattutto i sindaci sono in prima linea per combattere la mafia, anche se troppo spesso lasciati soli dal governo centrale. E che l’Expo, nonostante tutto, resta un’opportunità.

Anche il sindaco di Rho Pietro Romano, del Pd, primo cittadino del comune che ospita l’Expo, non si è tirato indietro: «Ora c’è molto più controllo, ogni camion viene monitorato e identificato e non credo ci sia più inquinamento, anche se la mano sul fuoco non ce la metto», racconta nell’intervista, mentre il borgomastro di Trezzano, Fabio Bottero, anche lui Pd, minacciato più volte dalle cosche rincara: «Voglio dire all’opinione pubblica internazionale che c’è anche un Nord sano che combatte malaffare e mafia e che l’Expo è una grande opportunità». Non si tira indietro neanche la prima cittadina forzista di Pioltello, Cristina Carrer: «Siamo in prima linea, pagando prezzi altissimi. Qui la ‘ndrangheta la fa da padrona, creando anche società fasulle per truffare i comuni. Ma noi ci siamo e la combattiamo!». E non è da meno Giuseppe Napoli (Lista civica), amministratore del comune di Fino Mornasco, che ha rischiato lo scioglimento per mafia: «C’è anche un Nord pulito e ci sono amministratori onesti che combattono sul territorio». Non ha dubbi infine Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese: «La ‘ndrangheta c’è anche nella mia città ma io e i miei concittadini siamo in prima linea contro il malaffare e ci mettiamo la faccia».

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