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Poste. Continua l’opposizione ai tagli

postinaPOSTE. Continua l’opposizione al piano di riorganizzazione di Poste italiane che prevede la riduzione dei giorni di consegna della corrispondenza in oltre 5 mila Comuni. Del piano, ripresentato nelle scorse settimane dopo che era stato “congelato” qualche mese fa, si conoscono solo i contorni. Si sa che la proposta dell’azienda prevede di dimezzare la distribuzione della corrispondenza in 5.296 Comuni italiani, di cui 901 in Piemonte, ma non si sa quali sono i centri coinvolti. Secondo Agcom, invece, i Comuni in cui si potrebbero ridurre i giorni di consegna sarebbero solo 4.721 (778 in Piemonte).

Pare però che Poste italiane, per decidere dove tagliare, intenda seguire il criterio della densità di popolazione, soluzione che colpirebbe soprattuttto i centri di Langa, in genere poco popolati, ma dal territorio molto esteso.

La scorsa settimana il viceministro della giustizia Enrico Costa ha sollecitato il presidente della Regione Sergio Chiamparino a prendere posizione contro il piano delle Poste. «Un piano», afferma Costa, «che esporrebbe il nostro Paese al rischio di una procedura di infrazione da parte dell’Ue. La legge di stabilità consente infatti la riduzione del servizio solo in presenza di particolari situazioni di natura infrastrutturale e geografica, mentre l’Europa ammette la deroga al servizio universale solo in casi eccezionali. Con questo piano Poste individua invece i casi particolari nel 65,8% dei Comuni. La deroga, insomma, diventerebbe la normalità».
Costa ha già fatto avere le proprie osservazioni al presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, e ha sottoposto il problema al sottosegretario allo sviluppo economico, Antonello Giacomelli.
Il piano delle Poste prevedeva anche la chiusura di alcuni uffici. Su questo tema è intervenuto l’ex parlamentare cuneese Natale Carlotto (tre legislature alla Camera e due al Senato tra il 1976 e il 1994), ricordando che, in seguito a un emendamento presentato proprio da Carlotto nel 1991, non possono essere soppressi gli uffici postali se non ne esiste un altro a meno di due chilometri di distanza.
Corrado Olocco

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