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Ad Alba “piovono” altri 7 milioni

ALBA Non nevica, ma almeno piovono milioni su piazza Duomo. O meglio, arrivano ricche opportunità di spesa per l’Amministrazione di Maurizio Marello, che nel corso dell’anno avrà la possibilità di investire nel campo delle opere pubbliche altri 1,2 milioni di euro in più rispetto al gruzzolo di cui Gazzetta ha già dato notizia.

banconote euro

Per sfruttare le aperture del Patto di stabilità concesse dall’ultima legge finanziaria, il Comune dovrà però impiegare risorse proprie, visto che i contributi pubblici sono praticamente stati azzerati. Comunque, a differenza degli anni scorsi, potrà farlo, essendo un ente “virtuoso”. Calcolatrice alla mano, l’Esecutivo albese potrà spendere 6,5 degli 8,6 milioni di euro (il 75 per cento) dell’avanzo di amministrazione per realizzare lavori pubblici.

Nello specifico, si tratta dei 3,8 milioni e degli 1,5 milioni vincolati nei mesi scorsi per la nuova scuola media nel quartiere Moretta e per manutenzioni, a cui si aggiungeranno gli 1,2 milioni citati in apertura di questo articolo, liberati dal Governo di Matteo Renzi (sempre nell’ambito del nuovo decreto fiscale), in quanto l’ente albese ha previsto di accantonare una cifra di pari valore per ovviare alle eventuali tasse che i cittadini potrebbero non pagare.

La somma potrebbe essere ora dirottata su alcuni grandi progetti, come la costruzione di una palestra nelle ex aree demaniali di corso Europa (per la cui progettazione verrà richiesto un finanziamento alla fondazione Cassa di risparmio di Cuneo) o per la prosecuzione degli interventi di riqualificazione del cortile della Maddalena.

Sono solo ipotesi, al momento. L’assessore comunale al bilancio Luigi Garassino, reduce da un incontro sul tema organizzato a Torino dall’Anci (Associazione nazionale dei Comuni d’Italia), non si è voluto sbilanciare sui possibili utilizzi del denaro e si è limitato a dire: «Accogliamo la novità positivamente in quanto consentirà all’Amministrazione di rispondere meglio alle tante necessità della cittadinanza».

Enrico Fonte

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