ALBA Laura Garello, classe 1973, ha frequentato la scuola professionale dal 1987 al 1989. Nel luglio dell’89 inizia l’avventura lavorativa come lucidista-variantista: nove anni di attività sulle stampe finalizzate alla realizzazione di fantasie tessili. Successivamente, cambia genere e attività per tornare, nel 2009, ad assecondare il guizzo creativo probabilmente ereditato dal padre e decide di creare Le Bijoux de Matilde – Matilde era il nome che Laura avrebbe dato ad una figlia femmina, ma ha avuto tre maschi – facendosi aiutare dalla manualità dalla sorella Daniela.
Purtroppo Le Bijoux de Matilde esisteva già in Francia e così, nel 2009, le due prendono il soprannome e ne fanno il proprio marchio: La Tilde. Una notte scoppia la grande idea di La Tilde, Laura ha trovato l’elemento che farà spopolare il loro brand: costruire una borsa che abbia la cornetta dei vecchi telefoni come manico e nasce quella che è stata soprannominata “la borsa che si fa sentire”. È la Phone Bag, frutto di lavoro artigianale, dove ogni pezzo è unico.
Laura racconta: «Quando penso e progetto un qualsiasi accessorio, parto ispirandomi a storie e a oggetti che appartengono o sono appartenuti alla nostra vita quotidiana. Oggetti ai quali, senza accorgercene, ci siamo indissolubilmente legati nel tempo e che istintivamente rimandano ognuno di noi a mille episodi, momenti ed emozioni. Una formula semplice come i nostri valori che insegnano a non buttare via niente, perché tutto può servire. Piccoli oggetti dimenticati, belli nella loro semplicità ed essenza, scovati nei mercati e sui banchi di brocantage di tutta Europa, vintage, ma spesso veramente antichi, composti e abbinati con stile e personalità, per rinascere con una nuova veste romantica e ammaliatrice. Accessori unici, artigianali, italiani al 100%, che vivono e parlano al cuore di chi si avvicina, lo attraggono con la forza dei ricordi e lo incantano con la magia della propria storia».
Manuela Anfosso
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