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«In provincia come altrove non si può crescere all’infinito»

Cala il mercato dell’Unione europea, l’export guarda alla Cina
Vittorio Ferrero, ricercatore dell'Ires

ANALISI Parliamo con Vittorio Ferrero, ricercatore dell’Ires che si è occupato di analizzare l’andamento economico della provincia di Cuneo. La produzione e le esportazioni migliorano, l’occupazione scende. Come lo spiega? «Si tratta di situazioni complesse, dovute al convergere di molteplici fattori. Potremmo dire che la provincia segue un comportamento economico e produttivo eccellente, ai primi posti nella classifica italiana. Talvolta alcune flessioni sono fisiologiche, ma non sono spia di una situazione problematica. Tuttavia, non bisogna dimenticare i limiti della crescita quantitativa».

Che cosa intende dire? «La provincia di Cuneo ha margini di crescita non illimitati, come ogni altra area. L’incremento quantitativo illimitato è impossibile: si raggiungono livelli oltre i quali non si può andare. In secondo luogo dobbiamo considerare l’andamento della Granda all’interno di un sistema più ampio. L’Italia ha tassi di crescita molto ridotti, la metà di quelli dei Paesi nordeuropei. Anche il Piemonte mostra segnali di sviluppo limitati. All’interno di un contesto che fatica a riprendersi dallo schiaffo della recessione, una provincia – per quanto dotata di eccellenze e mentalità imprenditoriale vincente – risente di ciò che accade tutto intorno».

m.v.

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