Festival di cultura Attraverso le colline Unesco (e dintorni)

Attraverso le colline Unesc

LANGHE ROERO E MONFERRATO  Come unire idealmente i luoghi di Langhe, Roero e Monferrato, tanto vicini quanto lontani? Dal 24 agosto al 4 settembre queste aree ospiteranno e saranno protagoniste della prima edizione di Attraverso festival, una rassegna diffusa, un viaggio inedito in 19 Comuni tra le province di Cuneo, Asti e Alessandria. Lo scopo è valorizzare le colline divenute due anni fa patrimonio dell’Unesco e quelle vicine del basso Piemonte. Il programma unisce i linguaggi più diversi, dalla musica alla letteratura, senza dimenticare teatro e performance artistiche.

Tantissimi gli ospiti: Carmen Consoli, Ezio Bosso, Paolo Rossi, i Mau Mau, Marco Paolini, la Bandakadabra, Massimo Cotto e Cristina Donà, solo per citarne alcuni.

Direttori artistici della manifestazione sono Paola Farinetti (Produzioni Fuorivia) e Simona Ressico (Hiroshima mon amour).

Paola Farinetti, come è nata l’idea di Attraverso festival?

«Abbiamo un territorio bellissimo, ricco di storia e cultura, mancava una manifestazione che unisse Langhe, Roero e Monferrato, zone distinte ma uguali nella sostanza. Sono luoghi vicini tra loro, ma ancora divisi e sconosciuti gli uni agli altri per certi versi. Attraverso festival vuole creare un dialogo in questa direzione. Si tratta di un lavoro lungo e complesso, iniziato più di un anno fa. Siamo riusciti a coinvolgere 19 Comuni, i quali non saranno soltanto teatro dei vari eventi, ma ne saranno parte attiva, attraverso le Pro loco locali e le realtà già presenti sul territorio. Non abbiamo voluto arrivare e presentarci come esterni, ma creare un dialogo con i luoghi che ci ospiteranno, tenendo ben presenti le loro esigenze. Speriamo che questo modo di lavorare venga in futuro imitato».

Quanto c’è ancora da fare per valorizzare queste zone?

«Tantissimo! Ci sono luoghi meravigliosi, mi riferisco soprattutto al basso Monferrato, davvero poco conosciuti: non dipende da una mancanza di contenuti, anzi! La causa potrebbe essere un modo errato di pensare il territorio, bisognerebbe lavorare insieme alla valorizzazione, armonizzando le varie province: siamo vicini non antagonisti».

Quali sono gli eventi imperdibili?

«Abbiamo voluto unire personaggi molto conosciuti, con altri eventi magari più piccoli, ma entrambi con uno stardard qualitativo di alto livello. Inoltre abbiamo pensato a ogni artista come perfetto per quel determinato luogo. Per esempio Ezio Bosso suonerà – il 1° settembre – presso il cortile dell’Agenzia di Pollenzo… Quale atmosfera migliore? Rimanendo in provincia di Cuneo ma cambiando completamente atmosfera, a Monticello – il 28 agosto – suonerà la Bandakadabra, tra streed food e vini del Roero. La serata sarà preceduta da una passeggiata, un’esperienza unica, dove si parlerà anche di architettura ecosostenibile, facendo scoprire la magia di questi luoghi. A Serralunga – il 1° settembre – ci sarà poi Giuseppe Cederna, che leggerà Da questa parte del mare di Gian Maria Testa, immersi nella tenuta Fontanafredda. Tornando di nuovo ai concerti, ad Alba arriverà – il 3 settembre – Carmen Consoli, per la sua unica data piemontese del tour e per l’occasione saranno aperte entrambe le sale del teatro. Insomma, diversi artisti per diverse esperienze e atmosfere!».

Interessanti saranno anche apertura e conclusione.

«Esatto, l’inaugurazione sarà il 25 agosto al castello di Grinzane, sarà una grande festa, aperta a tutti! L’evento conclusivo (4 settembre) sarà invece a Barbaresco: il borgo antico verrà chiuso dal pomeriggio, sarà un’altra festa popolare, tra musica, buon cibo e buon vino. Ci sarà anche l’incontro “I partigiani del vino”, una chiacchierata tra Angelo Gaja, Oscar Farinetti, Walter Massa e Omar Pedrini. Seguirà “Bella ciao”, un grande concerto folk con intramontabili canzoni popolari».

Resilienza è uno dei termini chiave del festival: oggi quale senso si può dare al verbo “resistere”?

«Ho una mia personale interpretazione del termine: tenere i piedi per terra e la testa in cielo. Oggi la vera resistenza è rinunciare al sovrappiù, come dicono gli inglesi “less is more”. Assistiamo spesso a una tendenza all’accumulo eccessivo, in ogni ambito, quando il meno può essere una forza. Anche noi, per il nostro festival, abbiamo cercato di lavorare in questo modo, rispettando i luoghi in primis e ragionando insieme, in un dialogo aperto».

Francesca Pinaffo

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