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“Apro” al centro degli studi fatti all’estero

“Apro” al centro degli studi fatti all’estero

ALBA Gazzetta ha visitato Apro in una giornata qualunque di metà settembre, incontrando studenti portoghesi e spagnoli, oltre che italiani, e scoprendo che durante questo mese sono 95 fra studenti, disoccupati e docenti a essere coinvolti nei progetti all’estero. Chissà se il fondatore don Gianolio nel 1958 si sarebbe aspettato una simile vitalità!
«Il 25% degli studenti Apro è coinvolto in progetti internazionali, tra corsi e stage; siamo noi anche a coordinare le mobilità Erasmus di gran parte delle scuole del territorio di Alba, Bra e Asti», spiega Nicola Alimenti, coordinatore di Apro international, mostrando una e-mail in cui una studentessa della zona, Sara, comunica di essere stata assunta a Malta un mese prima dello scadere dello stage.
Nel laboratorio di Apro fashion, insieme a Monica Ciaccio, responsabile del settore, sono all’opera studenti italiani e portoghesi della scuola di moda Arvore di Porto, che partecipano a “Vino e cioccolato”, progetto internazionale di sartoria che mira a coniugare i territori di Porto e delle Langhe, attraverso vino e cioccolato. Le studentesse italiane sono state per due settimane in Portogallo a luglio, e ora tocca ai portoghesi trascorrere qui lo stesso periodo; solo l’insegnante che li accompagna era stata in Italia prima, e l’entusiasmo è palpabile.
Filipa, 19 anni, spiega: «Abbiamo imparato molto sulla cultura italiana, sulla tecnica e su come abbinare i materiali. Veniamo da una città molto grande come Porto, quindi stare qui è diverso».
Bruno, 16 anni, commenta: «Alba è bella e abbiamo imparato tante cose». La 19enne Vania aggiunge: «Questo tipo di esperienza aiuta a crescere».
«Ero in ansia», confessa Ana, 19 anni, «poi è stato bellissimo essere qui da sola con amici e insegnanti: è una crescita in responsabilità ed esperienza». Le studenti del territorio impegnate nel progetto sono Melania, Giorgia, la macedone Nikolinka arrivata in Italia nel 2009, Elena e Naty. «I materiali che abbiamo utilizzato per le creazioni sono sughero, neoprene, felpa, lino, velo», spiegano, e le creazioni saliranno in passerella durante la Fiera del tartufo.
Il Fondo sociale europeo finanzia anche altri corsi: nel laboratorio di pasticceria incontriamo dieci giovani disoccupati catalani che, oggi, dal docente Marco Cartello impareranno a preparare croissant, pizze e focacce.

a.r.

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